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L’Università di Pisa consegna per la valutazione solo il 77,1% dei prodotti contro il 97,2% fiorentino e il 92% nazionale: i protestanti contro la VQR sono la minoranza.

La protesta contro la VQR.

Nonostante il tentativo di boicottaggio il sistema di Valutazione della Qualità della Ricerca (abbreviato VQR) ha registrato un’ottima percentuale di adesioni. La media nazionale di adesioni arriva al 92% e l’Università di Firenze registra una percentuale molto più elevata arrivando persino al 97,2%. Purtroppo, non in tutta la Toscana, si mantengono gli stessi numeri. Al ribasso spicca l’Università di Pisa con uno scarso 77,1%.

La VQR ha da tempo diviso i professori: tra chi sostiene che sia un ottimo sistema per l’assegnazione dei fondi di ricerca e chi invece ne contesta il metodo. Nella stessa Toscana le differenti prese di posizioni sono state rilevanti.  Se a Firenze con un comunicato del mese scorso il senato accademico «invita tutte le colleghe e i colleghi a selezionare e inserire i prodotti della ricerca nell’applicativo CINECA […] al fine di consentire all’istituzione di operare il conferimento ad ANVUR.», a Pisa non possiamo che notare le esternazioni  dei prossimi candidati a rettore che apertamente contestano la VQR.

A Pisa la protesta rischia di penalizzare l’ateneo.

E’ proprio a Pisa che registriamo il fronte più ampio di contestazioni in Toscana. I prossimi fondi per la ricerca verranno infatti assegnati secondo i risultati della valutazione e c’è chi stima il danno per l’ateneo pisano in 20 milioni di euro. Se comunque consideriamo che oltre i ¾ dei professori pisani hanno consegnato i propri elaborati il fronte della protesta si dimostra davvero minimo.

Il prossimo passo spetta all’Anvur che entro il 10 settembre 2016 dovrà concludere la fase di valutazione ed entro il 31 ottobre 2016 fornirà la stesura del Rapporto finale insieme all’analisi sul posizionamento internazionale. Adesso non possiamo che ringraziare tutti i nostri ricercatori per aver consegnato i propri elaborati.