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Sono 272 tra medici, ospedalieri, universitari, specialisti, medici e pediatri di base che hanno sottoscritto un documento, un appello per tentare di fermare i lavori del termovalorizzatore che appaiono sempre più imminenti.

Il codice deontologico.

Questi medici in questo comunicato ricordano l‘art.5 del loro codice deontologico, con il quale sono vincolati a cercare e a favorire politiche di prevenzione, informare sui fattori di rischio e a “favorire un utilizzo appropriato delle risorse naturali per un ecosistema equilibrato e vivibile anche per le future generazioni”.
Proprio per questo quindi si sono senti in obbligo di scrivere questo documento e di battersi contro la costruzione del termovalorizzatore.

Questa struttura, secondo loro, si calerebbe in una realtà geografica molto difficile, una sorta di piccola pianura Padana, con già altre fonti di inquinamento e di criticità ambientali e andrebbe a peggiorare la qualità dell’aria con gravissime conseguenze per i cittadini.

Il dibattito.

Quello che però risulta da questa conferenza stampa è la frattura, ampia, che si è creata nell’ambiente medico e scientifico. Prendendo la parola, il professor Annibale Biggeri infatti ha affermato che “la scienza ormai è usata”, ed è facile trovare esperti che dicono il contrario di quello che dicono gli altri colleghi. Ha perso la sua connotazione virtuosa ed etica ed è diventata parte in gioco.

Ci sono rilevanti interessi economici nelle nostre carriere e nelle attività di consulenza che tanti nelle professioni scientifiche cominciano a svolgere” e per questo ha concluso “non ci stupiamo che ci siano medici che la pensano in modo differente dal modo comune di tutti i colleghi, bisognerebbe capire quali sono i conflitti di interesse che li attraversano”. Una maniera indiretta per dire che alcuni degli esperti, che si dicono favorevoli all’inceneritore, hanno venduto “la propria anima al diavolo”.

Un altro intervento che ha confermato questo pensiero del professor Biggeri è quello del prof. Antonio Giordano: “Attenzione ai colleghi medici, anche se mi costa chiamarli così, che finanziati dall’industria e da una certa politica cercano di favorire tutta una serie di illegalità che la medicina scientifica internazionale ha provato e dimostrato essere dannosi”.
“Esiste un’oncologia legata ad una certa politica. Il grande problema ambientale è dovuto al patto scellerato che esiste tra una certa politica e una certa imprenditoria che usano tecnici, medici, e ricercatori. I prima vengono nominati dai politici e sono legati alla politica e questo legame deve essere distrutto o comunque sorvegliato.”

Tutti contro tutti.

In sintesi, oltre alla guerra politica, accesa anche dall’elezione amministrativa a Sesto Fiorentino, oltre alla frattura tra cittadini e istituzione, ecco che quindi un altro contrasto è venuto a sorgere, almeno secondo gli interventi della conferenza stampa: quello tra medici.

Case Passerini sta insomma diventando un tutti contro tutti.