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Lo scontro tra la protesta #noinceneritore e le istituzioni va avanti. Non ci sono segni di cedimento dall’una e dall’altra parte. Giovedì 30 giugno è andata in scena una nuova manifestazione davanti alla sede della Quadrifoglio.

Una protesta in un pomeriggio afoso.

Giornata afosa, caldissima; solo una leggera brezza prova a dare sollievo ad una Firenze sofferente.

Il sole picchia forte davanti alla sede della Quadrifoglio, in via Baccio da Montelupo, ma i dimostranti non si tirano indietro.
Sono pochi, una quindicina, ma questa poca partecipazione non è dovuta tanto al poco interesse nei confronti dell’argomento trattato quanto causata dall’ora (le 16.00 di un giorno lavorativo) e dalle condizioni climatiche proibitive.

La protesta #noinceneritore.

Un piccolo drappello, dunque, ma motivato e combattivo come non mai. Hanno cartelli, striscioni, volantini -spuntano anche un paio di bandiere- con i quali i manifestanti affermano ancora una volta il loro totale dissenso nei confronti di un’opera ritenuta da loro dannosa: il termovalorizzatore.

Gli avvenimenti recenti, che sembrano avergli dato ragione, hanno regalato loro un’ulteriore spinta: l’ultima in ordine di tempo sono state le elezioni a Sesto Fiorentino. In questo comune, dove dovrebbe nascere questa struttura, vi è stata la vittoria del candidato di sinistra Falchi, che non ha nascosto, anzi ha sbandierato durante tutta la campagna elettorale, la sua intenzione di battersi fino in fondo contro la realizzazione del termovalorizzatore.

Le associazioni presenti.

Le sigle presenti alla manifestazione erano varie, tra di esse spuntavano “Assemblea per la Piana contro le nocività” e le “Mamme No Inceneritore” che guidano ormai questa battaglia.

Un rappresentante del primo gruppo, Sebastiano ci spiega: “Siamo qui oggi perché è un fatto inaccettabile che un dirigente pubblico come Giannotti (a.d. Quadrifoglio n.d.r.) sia entrato nella campagna elettorale di Sesto Fiorentino per cambiare l’esito del voto, sostenendo il Pd e sostenendo che quello che la gente dice non conta nulla. In più, in questi quindici anni di gestione dell’azienda non è riuscito a fare il proprio lavoro perché la raccolta differenziata a Firenze e alla Piana è molto sotto il livello stabilito per legge dall’Ue e stiamo pagando delle penali salate”.

I manifestanti sono convinti, certi, di poter fermare la costruzione del termovalorizzatore e i motivi ce le spiega lo stesso Sebastiano: “Le penali non sono poi così alte come sono state dichiarate ma se viene prese per buona la cifra “sparata” qualche tempo fa di venti milioni, se la dividiamo per la popolazione di Firenze e della Piana viene circa 13 euro a cittadino. Una spesa risibile se pensiamo ai vantaggi che ne otterremmo in salute. Siamo inoltre in attesa del risultato del ricorso al TAR che può bloccare i lavori. Se anche questo non servisse a fermare il progetto, questo inevitabilmente si fermerà da sé. Se continuano infatti a rimandare la data di inizio dei lavori, rischiano di arrivare al 23 novembre, data in cui scade l’autorizzazione a costruire. E chi gliela rinnova? Questa volta il comune di Sesto Fiorentino non sarà favorevole come negli anni scorsi”.