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Musart – la celebrazione della bellezza di Firenze

 Metti un venerdì sera d’estate in una Firenze soffocata dal caldo.

Metti una delle più belle piazze fiorentine – Piazza Santissima Annunziata – tirata a lucido e trasformata in un grande teatro sotto le stelle, proprio quella piazza che è per eccellenza la rappresentazione dell’ideale del rinascimento fiorentino.

Metti la musica di un artista come Max Gazzè, che celebra l’amore romantico ispirandosi dei tempi lontani.

Ecco cosa ottieni:

una serata indimenticabile e piena di sentimento.

 Grazie all’idea e al progetto del Musart Festival, Firenze attrae fiorentini e non, in una piazza riportata in vita dove fino a qualche settimana fa regnava degrado e abusivismo. Una novità fatta di bella musica, arte e gourmet, dove le porte dei maggiori musei sono state aperte gratuitamente agli spettatori. Si tratta di percorsi attraverso giardini, luoghi di culto, palazzi monumentali.

Il teatro esce all’aperto e si fonde con l’ambiente circostante. Punto di spicco anche, e non solo, il cibo di buona qualità: a pagamento era disponibile una cena a buffet, prima dei concerti, tenuta nel Salone Brunelleschi interno all’Istituto degli Innocenti.
Il menù, diverso per ogni serata, comprendeva piatti tipici tutti realizzati con i prodotti della linea Vivi Verde – Coop.

In piazza Santissima Annunziata inoltre erano presenti punti ristoro, caffetteria e gelateria.

La differenza è stata sopratutto che finalmente  si respira un’aria più internazionale nell’organizzazione di eventi, realizzati con uno sguardo nuovo e più aperto in fatto di spettacolo e bussines.

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Max Gazzè

Max Gazzè chiude l’iniziativa portando anche a Firenze il suo tour “Maximilian”, l’ultimo album dell’artista, che è stato presentato dallo stesso cantautore così: “Poi mi è apparso Maximilian, un uomo né del passato né del futuro, ma di un presente diverso, di un’altra dimensione”, un viaggio multicolor tra sentimenti e realtà, tra l’umanità e la vita.

Ma perchè “Maximilian”? Non è altro che una specie di “alter-ego” del cantautore, arrivato da un’altra dimensione. Il nuovo lavoro, sviluppato a lungo per più di un anno dentro casa sua, doveva infatti essere un progetto sperimentale,  ma poi si è rivelato semplicemente la parte più “pop”, “popolare” di Gazzè che ha preso il sopravvento su quella più introspettiva, cerebrale e sofisticata che abbiamo conosciuto e apprezzato fino ad oggi. Questo “Maximilian” si presenta come un quadro eterogeneo, un insieme giocoso con un suo equilirio tra suoni, colori e forme.

L’album è stato prodotto dallo stesso Max Gazzè, che ha scritto le canzoni insieme al fratello Francesco, tenendo fede a quello stile Gazzè molto riconoscibile anche nell’estrema eterogeneità dei suoi dischi.

Del nuovo Gazzè troviamo traccia nella canzone “La vita com’è” che riporta in primo piano l’anima più scanzonata e popolareggiante del cantautore, incarnando il mood di questo album.Nonostante questo, il cantautore non perde l’eleganza e la raffinatezza che da sempre caratterizzano la sua scrittura: l’altra metà del disco si compone infatti di brani con un gusto più classico, seguendo sempre la linea dei rapporti tra le persone guardando più al quotidiano, a quello che ci succede ogni giorno. Nel  nuovo album la canzone “Ti sembra normale” ha segnato un record di passaggi in radio e l’album è già disco d’Oro.

Lo spettacolo

Lo spettacolo si avvia intorno alle ore 21:45, quando scende la sera. All’inizio un gioco di luci proiettate sulle facciate dei palazzi, poi un assolo di Max Gazzè al basso, regna il silenzio nella piazza. L’acustica non è al massimo, va riconosciuto ma l’atmosfera è ineguagliabile.

Passando da una canzone dell’ultimo album ad una più sentimentale degli album precedenti, prende vita il concerto. Il pubblico inizialmente è fermo sulle sedie, perfettamente allineate nella piazza ma man mano che l’artista intona le canzoni come “Mentre dormi”, “Il solito sesso”, “L’amore non esiste”, “A cuore scalzo”, “Cara Valentina”, “La favola di Adamo ed Eva” – classici dei primi album 1997/1998 solo per citarne alcune- si riscalda l’aria e tutti tengono il ritmo. Fino ad esplodere, arrivando perfino in massa sotto il palco, alla canzone “Sotto casa”, dove tutti ballano, giovani e meno giovani si scatenando al ritmo della musica, saltando e cantando.

Max Gazzè è arrivato alla conclusione nel miglior modo possibile, come piace a lui: instaurando un rapporto con il pubblico, uno scambio generatore di altre sensazioni.

Lo spettacolo, o meglio lo show, si snoda tra musica ed effetti artistici: luci e video pensate per ogni brano, creando così un live colorato. Al fianco dell’artista troviamo Giorgio Baldi alle chitarre, Clemente Ferrari alle tastiere, Cristiano Micalizzi alla batteria e Max “Dedo” agli strumenti a fiato.

Firenze si spenge passata la mezzanotte, le persone defluiscono dalla piazza con tranquillità, sorridendo spensierati, sapendo che domani sarà un altro giorno. Si, un altro giorno fatto di quotidianità, proprio quella che hanno cantato un attimo prima.