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Arriva la febbre del tango a Firenze | INTERVISTA ROBERTO HERRERA

Mercoledì 15 Febbraio al “Teatro Verdi” di Firenze viviamo la febbre del tango argentino con Roberto Herrera e la Tango Company 

INTERVISTA A ROBERTO HERRERA

Oggi per SeidiFirenzese, ho avuto il piacere di intervistare il ballerino, coreografo e direttore Roberto Herrera, che rappresenta l’incarnazione della più profonda cultura popolare argentina. Una persona molto disponibile, un grande artista, che da 45 anni occupa un ruolo universalmente riconosciuto nel campo della danza e del Tango nello specifico, iniziando come primo ballerino del Ballet Folklorico National dell’Argentina. Nel corso della sua carriera ha  avuto grandi collaborazioni con il maestro Pugliese, Leopoldo Federico, Julian Plaza e con il Maestro Mariano Mores, tanto per citarne alcuni tra i personaggi prestigiosi con i quali ha collaborato.

Maestro parlando di questo suo spettacolo che sta portando in giro per l’Italia e non solo, dal titolo Tango Nuevo, cosa ci può dire in merito?

Personalmente sarebbe stato un po’ banale far partire lo spettacolo dalle origini del Tango, cioè dagli inizi del 900, questo a me non interessa, ritengo che per le persone sia più importante dagli anni 40, ovvero gli anni d’oro del tango fino a oggi. La visione del Tango Nuevo era già contenuta in un cd di Astor Piazzolla del ‘68, dal titolo “Nuevo Tango”, quindi il titolo di questo spettacolo non è che l’ho inventato io. Nel nostro spettacolo facciamo un omaggio a  Piazzola con dei suoi brani tra cui il più celebre Libertango che è la bandiera del Tango. Il titolo di questo spettacolo è proprio perché ci sono nuovi compositori che, come in vari generi musicali tra cui la lirica, hanno arricchito di musica contemporanea, questo genere di ballo ma non parlo del genere del Tango elettronico.  Il cast è composto da quattro coppie di ballerini, la Special Guest Marilì Machado, che è una grande cantante definita la Vos de Buenos Aire (la voce di Buenos Aire) e l’orchestra (Lo Que Vendrà) è tutta italiana che, per me è la migliore orchestra di Tango, per questo io l’ho scelta, perché sono dei grandi professionisti.

Lo spettacolo che andrete a fare e che è composto da due atti ed  ha oltre al titolo Tango Nuevo, un sottotitolo, Immagina, come una sorta di viaggio ipnotico tra le atmosfere di Buenos Aires. Mi potrebbe parlare di cosa si tratta?

Si tratta come tu dici di un viaggio che facciamo per la idiosincrasia presente in Argentina, perché facciamo questo percorso con tutto quello che ha contaminato il Tango, infatti eseguiremo anche un brano italiano, che è  Reginella Campagnola, questa contaminazione di cultura fa parte del nostro modo di essere, in Argentina tanti sono di origine italiana, anche gli artisti di questo spettacolo hanno origini italiane.  E noi argentini, te lo dico con grande sincerità siamo molto legati al tuo Paese. Inoltre all’interno dello spettacolo,   facciamo anche  una  parte di musica latino americana, per dare al pubblico la possibilità di poter capire i vari momenti, questa sezione è curata dal Maestro Marilì Machado, che canterà dei brani. E poi ci sarà un momento in cui faremo dei pezzi del Folklore argentino. Così si avrà una visione più ampia del nostro Paese, perché l’Argentina è il Paese più europeo di tutta l’America e questo è molto importante per capire perché è nato il Tango. L’intenzione dello spettacolo sono le sensazioni che si avvertono, cioè quelle che la gente che conosce il Tango lo apprezza molto ma coloro che non lo conoscono lo amano.

Volendo andare un poco a ritroso con la storia delle origini del Tango, per chi non le conosce, potrebbe parlarcene di come e dove è nato?

Il Tango è nato prima come musica, poi come danza e infine come canto. Questo ballo è nato in un ambiente molto basso, cioè nei postriboli sulle coste del Rio de la Plata e il primo stile di Tango si chiamava Origero, legato al luogo in cui è nato. Il tango si è continuato a crescere in Argentina, ma la Cumparsita, che molti pensano sia argentina, è nato invece in Uruguay. Questa è l’impronta per la nascita del Tango. Negli anni ‘20 tutto quello che di nuovo accadeva, partiva dalla Francia che era nota come la Ville Lumiere e lì in Francia fu portato il Tango che venne visto come un ballo esotico, quando poi fu approvato in Francia ritornò in Argentina e venne accettato dai circoli sociali e qui fu,  diciamo, purificato dalle sue prime origini. Oggi tutti coloro che lo ballano ritengono che sia un ballo sensuale, sì è chiaro, anche perché alcuni movimenti sono rimasti tipici delle origini del tango sorto nei postriboli. Anche gli abiti della donna, con lo spacco,  il movimento delle gambe era una necessità non per mostrare la gamba ma per facilitare i movimenti, è normale però che chi lo osserva crede che si tratti di qualcosa di solamente sensuale. Il bello del tango è che non si finisce mai di imparare è una danza viva in evoluzione, c’è una grande preparazione, anche se il Tango non ha troppe regole, quelle che ci sono, le possiamo definire sociali, servono cioè  per capire i movimenti delle coppie, ma i passi e l’improvvisazione sono sempre presenti.

In questo spettacolo sono presenti le musiche di Astor Piazzolla, come già detto, ma anche di Osvaldo Pugliese, Julio de Caro, fino ad arrivare ai Gotan Project, quindi si abbraccia una vasta gamma di musica, dalla più tradizionale alla più moderna. Cosa può dirci in merito?

Sì, infatti, sono presenti le musiche di questi grandi artisti, attraverso i quali  si mostra come oggi riescono a convivere insieme la musica più tradizionale con quella moderna, in questo modo  i giovani si avvicinano a conoscere il Tango, perché oggi la musica ha subito delle modifiche, vedi per esempio l’hip hop, ma se tu lasci la traccia, l’impronta originale su una moderna, o meglio elettronica, succede quello che noi stiamo portando in giro, i giovani si incuriosiscono, increduli nel sapere che questo genere è il Tango,  si avvicinano e iniziano a imparare e a ballare,  per poi andare alla ricerca delle origini di questo ballo. E ti posso dire che l’interesse per il Tango non avviene solo in Italia ma anche da parte dei giovani di tutto il mondo.

In questo spettacolo ci sarà anche Estanislao Herrera, suo fratello, come Guest. Com’è lavorare con lui?

Ti dirò che lui è una Guest non perché è mio fratello, ma per il fatto che lui è un grande tecnico del Tango, io imparo da lui e per me è un onore che lui sia con la mia compagnia. Quasi tutti quelli delle compagnia ci conosciamo dal periodo della Compagnia del Teatro National, quindi sono ben 25 anni e questo è importante per sentirsi a proprio agio, per lavorare con  persone con cui ti senti all’interno di una grande famiglia artistica, senza problemi né complicazioni sul lavoro.

 

Maestro vorrei chiederle, se c’è una città in cui avete avuto un’accoglienza migliore o è stata grande e unanime da parte dei  vari Teatri italiani nei quali vi siete esibiti? E secondo lei il Tango  è consigliabile a chiunque?

Sì e lo dico veramente! Noi abbiamo sempre  avuto una grande accoglienza, in tutti i Teatri e questo per me è un piacere e in questa tourné  mi sento molto a mio agio.

Il tango è un ballo, come dico anche durante lo spettacolo interagendo col pubblico, sia per coloro che lo  conoscono che per coloro che non lo  conoscono, che ha una logica e una illogica che funzionano insieme. Non esiste età, non è precisato un fisico più o meno adatto per  poterlo ballare e spesso i ballerini più bravi, possono essere le persone più adulte. Un  bravo ballerino è colui che mette passione in questo, per cui non esiste anzianità o corporatura che limitano la persona ad avvicinarsi al Tango. E posso ben dirlo che il Tango è per me un patrimonio mondiale della cultura, dovunque troverai un locale dove si balla una Milonga ed è sempre una festa! Questa, credimi,  diventa un’occasione per socializzare, nel Tango puoi danzare con uno sconosciuto, a parlare è il linguaggio del corpo, perché come la musica, esso è universale.

 In ultimo maestro prima di salutarla, cosa potrebbe dire al pubblico di Firenze che tra breve la vedrà qui?

Quello che mi sento di dire alla gente che non si è ancora avvicinata al tango e che verrà in Teatro è che:  “ Se non avete ascoltato il tango, se non conoscete il Tango, se non avete imparato a ballare il Tango, non sapete cosa vi state perdendo!”

Inoltre cari amici di Firenze il maestro mi confida che ci sarà una sorpresa molto particolare durante lo spettacolo.

Congedandomi dal maestro Herrera, scambio alcune simpatiche risate, lo ringrazio per la sua allegria, passione e grande disponibilità e oltre a strappargli la promessa di incontrarlo, lui mi fa promettere che sarò presente per lo spettacolo del 14 febbraio prossimo. Inoltre a conclusione dell’intervista, cari amici di Firenze,  il maestro mi confida che ci sarà una sorpresa molto particolare durante lo spettacolo.

Per cui auguriamo una buona visione e un buon divertimento a tutti!