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Giugno è un mese tradizionalmente caro ai fiorentini, non solo per l’inizio della bella stagione ma soprattutto per gli eventi importanti di questo periodo legati alla storia di Firenze, come il torneo del calcio storico e la festa di San Giovanni con i famosi “fochi”. Tradizioni dalle lontane e salde origini, ma conosciamo davvero come sono nate e perché sono tutt’oggi famose?

 

Il culto di San Giovanni

Il culto di San Giovanni Battista fu introdotto in città durante la dominazione longobarda (dal VI all’VIII secolo) e fu consolidato dalla costruzione del Battistero avvenuta a partire dal X secolo, da sempre cade il 24 giugno, poco dopo il solstizio d’estate. Le celebrazioni del Santo resero Firenze famosa in tutta Europa e anche in Oriente, fin dove si spingevano le trattative dei mercanti della città del giglio.

La lunga tradizione dei Fochi

A partire dal 20 giugno tutte le Arti (corporazioni di mestieri) organizzavano una ricca mostra dei loro manufatti preziosi, come argenteria o tessuti, e i quattro quartieri cittadini sfilavano in processione in uno spettacolo unico, come ci riportano le cronache medievali. A tutto ciò si aggiungevano spettacoli per le vie del centro dei migliori artisti fiorentini. Il giorno 24 il Battistero veniva addobbato di drappi, arazzi e gigli freschi. La sera sull’ultimo ballatoio della torre di Arnolfo razzi e girandole scoppiavano in onore del Santo patrono, ma quando nel 1827 la piazza della signoria fu troppo piccola per accogliere tutta la popolazione che assisteva ai fuochi d’artificio venne scelta una nuova location, il ponte alla Carraia, così da ammirare lo spettacolo dai lungarni.

Calcio storico festa e tradizione

Nello stesso momento si gioca in piazza Santa Croce il calcio in costume, la finale è proprio il 24 giugno, ma la più antica partita fu giocata in piazza Santo Spirito all’inizio del quindicesimo secolo. Addirittura le cronache ci dicono che si giocava anche sull’Arno ghiacciato, in gennaio. Le partite più celebri rimangono quella del 1530, giocata in segno di ribellione l’assedio dell’imperatore Carlo V, e quella del 1930 giocata in Piazza della Signoria. Ancora i quattro quartieri della città (S. Spirito, S. Croce, S. Maria Novella e S. Giovanni) fanno rivivere lo sfarzo della Repubblica Fiorentina.