fbpx

L’Opera del Duomo diventa a portata dei non vedenti e degli ipovedenti. Per facilitale la fruizione dei principali capolavori della propria collezione, infatti, sono state installate alcune repliche, di dimensioni e di materiali approssimativamente uguali agli originali, che potranno essere toccati dalle persone con disabilità legate alla vista.

TouchAble, si chiamerà così il percorso tattile di cui si è dotato il Grande Museo del Duomo di Firenze.

Una grande innovazione, un atto di rispetto e di inclusione nei confronti di tutte quelle persone, non vedenti o ipovedenti, che non potrebbero godersi le tante opere magnifiche presenti in uno dei più bei musei di Firenze.

La nascita del progetto

L’idea di questo percorso è nata alla fine del 2015 in contemporanea con l’innaugurazione del nuovo museo e ha richiesto almeno un anno di tentativi e di studi in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della Regione Toscana. Al termine di questi lavori, il progetto definitivo si è articolato in due “rami”, uno a carattere informativo e uno esperienziale.
Il primo vede l’istallazione, nei luoghi più significativi del Duomo di Firenze, di 7 steli dai quali le persone non vedenti o ipovedenti possono, grazie alla scrittura in Braille o ai testi ingranditi e a immagini grafiche e tattili, leggere tutta una serie di informazioni interessanti sui monumenti.
La seconda parte, quella esponenziale, si svolge invece nel Museo dell’Opera del Duomo, ove vengono installati una serie di pannelli tattili e le repliche di 8 opere più rappresentative del museo. Queste copie sono state realizzate da maestri artigiani e scultori.

Quali sono le opere “copiate”?

Le opere scelte sono otto e alcune di queste sono: due formelle della Porta Nord e della Porta del Paradiso del Battistero di Lorenzo Ghiberti, la Maddalena di Donaello e la Pietà di Michelangelo (in scala 1:2)

Il direttore Timothy Verdon ha fatto fare dunque un balzo in avanti notevole al Museo dell’Opera del Duomo. Ha voluto avvicinare la bellezza, i capolavori dell’arte a tutte quelle persone colpite da disabilità alla vista che altrimenti non avrebbero potuto goderne. Un esempio di civiltà che dovrebbe essere ripreso in tutta Italia.

E’ sicuramente un esempio di virtuosismo di cui andare fieri.