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Puntuale, come negli ultimi anni, col sopraggiungere dell’estate e il pullulare di sagre e (più o meno presunte) feste di paese, torna anche la polemica sull’opportunità di una loro rigorosa regolamentazione: ai ristoratori, in molti casi, infatti, non restano che le briciole.

La questione, di carattere nazionale, ma che investe prepotentemente anche le aree di Firenze e dintorni, è una di quelle che, ormai, merita di essere risolta al più presto, tanti sono gli anni che tiene banco in attesa di soluzione.

LE SAGRE SPUNTANO COME FUNGHI, MANCANO REGOLE

I ristoratori, che si muovono da alcuni anni attraverso i canali ufficiali delle associazioni di categoria e premono sulle istituzioni locali (Comuni e Regione) affinchè si adoperino per porre rimedio alla mancanza di regole, fanno notare come non ci sia fine settimana in cui una fantomatica sagra o festa di paese attui una vera e propria concorrenza sleale alle loro attività commerciali: dal cinghiale al bombolone (e pensare: in piena estate…) piatti, delizie e alimenti a tema non mancano.

RIDURRE LE TASSE E UN REGOLAMENTO AD-HOC

Ciò che chiedono i ristoratori è semplicemente di stilare un regolamento finalizzato a ridurre l’impatto delle sagre sulla fragile economia della ristorazione: trattorie, osterie, pizzerie (non si parla infatti di ristoranti stellati, che hanno tutt’altro ”mercato”) durante il periodo estivo soffrono non poco la concorrenza delle feste di paese, con risultati molto negativi: una delle richieste è quella di una riduzione del carico fiscale, in particolare della Tari (la tassa sui rifiuti). Anche altre misure sono allo studio: “tutto fa”, sostengono gli esercenti della ristorazione, “pur di non non ritrovarci in ginocchio anche alla fine di questa stagione”. Niente, per il 2017, è dunque ancora perduto. Poi, naturalmente, l’altra campana, quella di cooperative, associazioni e quant’altri operano per organizzarle, sono di tutt’altro avviso: le sagre (ma come negarlo) sono occasioni imperdibili per stare insieme all’aria aperta, sostengono, minimizzando, forse con una certa superficialità, gli incassi a fine serata.