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Noto quasi a tutti col suo nome, il Ramadan, o mese del digiuno per i musulmani, è, in realtà, molto di più. Esso rappresenta a ben vedere uno degli aspetti culturali più peculiari dell’Islam. Richiede molto sacrificio, soprattutto quando cade in estate, ma ha un significato molto profondo per coloro che lo praticano e, soprattutto, conferisce ai fedeli un grande senso di comunità.

NIENTE CIBO, NE’ BERE, NE’ FUMO, NE’ SESSO DALL’ALBA AL TRAMONTO (SALVO ECCEZIONI)

Ben inteso: il Ramadan non può essere considerata una “tradizione”, ma un vero e proprio precetto religioso, parte di quella radicatissima cultura islamica propria di oltre un miliardo di fedeli di Allah sparsi in tutto il mondo. Esso prevede l’assoluto digiuno dai pasti (bere e mangiare) e rinuncia al fumo e al sesso dall’alba al tramonto. Secondo la Sura II, versetto 185, il Ramadan è «Il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza», celebra quindi la rivelazione al profeta Maometto da parte dell’angelo Gabriele.

E dopo il tramonto? Con una certa moderazione, senza cioè vanificare quanto rigorosamente osservato durante il periodo diurno, il musulmano può cibarsi e dissetarsi. Sono previste dispense, ossia eccezioni per coloro che sono in viaggio, per le donne incinta o in fase di allattamento, per coloro che versano in stato di malattia. Costoro, però, dovranno recuperare i giorni non osservati o dedicarsi a opere di carità.

IL CALENDARIO ARABO FA SLITTARE IL RAMADAN OGNI ANNO

Dal momento che il calendario arabo si sviluppa su 10 giorni in meno rispetto a quello gregoriano composto da 365/366, il Ramadan slitta all’indietro di anno in anno. Lo scorso anno, ad esempio, è andato dal 6 giugno al 6 luglio, nel 2017 dal 27 maggio al 24 giugno, mentre il prossimo anno dal 16 maggio al 14 giugno. E’ ben comprensibile come negli anni in cui il Ramadan cade nei mesi estivi, imponga un sacrificio ancora maggiore, particolarmente per la rinuncia anche all’assunzione di liquidi per tutte le 16 ore che vanno dall’alba al tramonto.

E’ UNO DEI CINQUE PILASTRI DELL’ISLAM, OLTRE ALLA PREGHIERA

Il Ramadan è uno dei cosiddetti “cinque pilastri dell’Islam”: ogni musulmano deve “testimoniare la propria fede” (“non esiste altra divinità all’infuori di Dio – ossia Allah – e Maometto è il suo Profeta”); deve pregare cinque volte al giorno (rivolgendosi verso La Mecca); fare elemosina; osservare il digiuno penitenziale, appunto il Ramadan; fare il pellegrinaggio nella città santa de La Mecca (almeno una volta nella vita). L’Islam sciita e il madhab hanbalita prevedono anche il jihad (la lotta spirituale interiore, fin anche la “guerra santa”) come sesto pilastro.

Alla sua conclusione il Ramadan viene festeggiato con la “festa piccola” o “festa dell’interruzione”, occasione di ritrovo sociale dei fedeli di Allah.