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Il 27 aprile di questo anno sono stati festeggiati i mille anni della basilica di San Miniato al Monte, uno dei luoghi sacri e d’arte tra i più importanti di Firenze. La costruzione è legata alla volontà del vescovo fiorentino Ildebrando per celebrare il primo martire della città. In questo articolo approfondiremo la vita del santo a cui è legato questo splendido pezzo di Firenze.

Sopra il piazzale, in cima alla collina, domina su tutta Firenze la Basilica di San Miniato al Monte. E’ uno dei punti più alti da cui poter ammirare la città in riva all’Arno e la vista è veramente da batticuore.

Conoscete la storia che c’è dietro al santo che ha dato il nome alla Basilica?

Di San Miniato non abbiamo una storia certa ma tante leggende o racconti che possono più o meno essere veritieri.
La prima e la più affermata tradizione narra che il martire fosse un principe di origine armeno in pellegrinaggio verso Roma durante le persecuzioni anticristiane dell’imperatore Decio del 250. Il destino volle che, quando, di passaggio, arrivò a Firenze, gli fu imposto di onorare gli dei pagani. Rifiutandosi di fare ciò, perché contrario al proprio credo, Miniato fu catturato e torturato, anche se inutilmente. Nessuno dei supplizi a cui fu sottoposto, come, ad esempio, il ferro arroventato, infatti riuscì a dilaniarlo ma anzi ne uscì illeso. Non solo, ma, miracolosamente, si liberò anche dai ceppi che lo stavano stirando sul cavalletto e, grazie al solo segno della croce, domò un leone, che era stato liberato per sbranarlo.
I suoi torturatori, allora, decisero di decapitarlo.
Subito dopo essere stato giustiziato, però, si narra che il Santo si alzò, raccolse la sua testa e cominciò a correre verso il Mons Florentinus. Arrivato alla sommità, dove sorge oggi la Basilica, si distese, facendo capire che in quel luogo dovesse essere seppellito e omaggiato.

A questa leggenda si affianca la storia che San Miniato fosse un autentico fiorentino, un cittadino di bassa condizione che fu martirizzato in un’ansa dell’Arno detta “gorgo”. Questo è dovuto al fatto che i fiorentini nel passato veneravano una Croce che per l’appunto prese il nome di Croce al Gorgo, posta nel luogo ove si suppone che il martire fosse stato torturato e ucciso per la sua fede.

Tante altre storie e tante altre leggende si legano a San Miniato ma con certezza non sapremo mai, veramente, se sia esistito questo martire e quale sia stata la sua storia. L’unica certezza che abbiamo è che dobbiamo ringraziare il vescovo Ildebrando che ha regalato a Firenze e al mondo un gioiello dell’arte romanica fiorentina.