fbpx

Villa Basilewsky, per il lascito terreno di Olga Basilewsky ai fiorentini si prospetta un destino incerto. L’immobile di proprietà della Regione è in vendita dal 2016. Negli ultimi anni sono stati ospitati alcuni profughi. Ora è in abbandono.

La storia

La costruzione di Villa Basilewsky risale agli anni immediatamente successivi ai lavori di ampliamento per Firenze Capitale. L’area fu scelta come residenza da Aleksandr Basilewsky, diplomatico e collezionista di fama internazionale. Vi avrebbe dimorato insieme alla moglie Olga.

Aleksandr Basilewsky

A partire dalla seconda metà dell’Ottocento Firenze ospitò alcune famiglie dell’aristocrazia russa che formarono una vivace comunità, molto attiva nel campo dell’arte. Buturlin, Demidoff e appunto Basilewsky sono solo alcuni dei nomi più di spicco.

Al momento della morte di Olga (Mosca 1838 – Viareggio 1912), il figlio Petro nel rispetto delle volontà della madre donò la villa perché diventasse un ospedale in uso alla comunità fiorentina: uno scopo umanitario e di pubblico beneficio. Parte dell’eredità fu donata anche alla comunità russa la cui chiesa sorge vicino alla Villa.

Sul diario del pope Vladimir Levickij (1843-1923) si legge: “il capitale di Ol’ga Nikolaevna Bazilevskaja si è esaurito il 21 ottobre (2 novembre) 1912 a Viareggio. Dalle lettere del figlio rappresentante della nobiltà del distretto di Mosca al parroco della chiesa possibile appurare che la volontà dalla madre defunta di donare alla chiesa russa di Firenze 30.000 lire, dopo aver scalato dalla somma le tasse di successione, sarebbe stata esaudita, non appena il tribunale italiano gli avesse riconosciuto il diritto all’eredità”.

Alla morte di Olga risale la fondazione dell’Opera Pia Basilewskij. Il figlio rientrò in Russia dove trovò la morte durante la Rivoluzione. “Pietro concesse questa sede di fasto per luogo di cura e sollievo a umani dolori. Morto il 7 febbraio del 1921 a Mosca” così recita l’iscrizione posta tutt’oggi sulla facciata.

Targa commemorativa per Pietro Basilewsky

Targa commemorativa per Pietro Basilewsky.

Dal 1918 ale 1943 il Direttore Sanitario della struttura fu il celebre Teodoro Stori, ricordato dai consiglieri dell’Opera Pia per perizia di chirurgo e cuore di cristiano.

Durante la Grande Guerra e soprattutto dopo per far fronte al dramma dei reduci Villa Basilewsky fu un punto di riferimento per un sistema sanitario non ancora avviato verso quell’universalità e quella solidarietà che oggi ne costituiscono i tratti distintivi.

Gli anni recenti

L’immobile nella seconda metà del Novecento è passato dal Comune alla Regione che ne ha fatto un presidio sanitario dell’ASL.

Fino a poco tempo fa in alcuni piani della struttura erano accolti alcuni profughi. Erano 40, il numero massimo che il Comune si era detto disponibile ad ospitare, provenienti per lo più da Bangladesh, Ghana, Togo, Camerun e Somalia.

Anche la comunità musulmana aveva messo gli occhi sulla struttura. Nelle intenzioni dell’imam di Firenze Iezzidin Elzir l’area sarebbe stata idonea per la moschea chiesta da tanti anni e più volte promessa dal sindaco Nardella. Questa restò solo un’ipotesi: le incertezze del Comune e critiche pervenute da più parti fermarono tutto.

Oggi appare in completo abbandono.

Villa Basilewsky interno della struttura

Villa Basilewsky interno della struttura

Si può solo augurare che torni ad essere in uso alla comunità: con uno scopo umanitario e di pubblico beneficio. Come avrebbe voluto Olga Basilewsky.