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Le Sieci, frazione del Comune di Pontassieve, Provincia di Firenze. Per decenni sede di un marchio unico al mondo e oggi specchio della deindustrializzazione in atto in Italia e in Toscana.

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Le Sieci, Pontassieve (FI)

La storia

Alle Sieci operava la più antica fabbrica di ceramiche in Italia. Le fondi attestano la presenza di questo insediamento produttivo almeno dal 1774. Proprio in questa fornace furono prodotti quei laterizi utilizzati per l’ammodernamento del Palazzo Pretorio a Pontassieve. La costruzione della fornace si deve alla volontà dei conti Albizi: questa infatti sarebbe servita per rifornire di laterizi la fattoria di Poggio a Remole di loro proprietà.

Col tempo l’ubicazione della fabbrica si rivelò particolarmente vantaggiosa. La vicinanza al fiume da cui si ricavava la mota d’Arno, l’esistenza della rotabile regia aretina e la costruzione della strada ferrata Firenze-Arezzo (1862) furono fattori decisivi per il suo sviluppo permettendo di abbattere i costi sulle materie prime e sui collegamenti. Nel 1878 fu inaugurata la stazione ferroviaria delle Sieci.

La fortuna della fabbrica delle Sieci furono i lavori per Firenze Capitale. Si lavorò a pieno regime per soddisfare le esigenze di una città in rapida espansione urbanistica.

Nel 1881 gli eredi degli Albizi la cedettero alla Società autonoma Fornace alla Sieci. Nel momento di massimo sviluppo la fabbrica impiegava tra gli 80 e 120 operai.

In quegli anni la produzione si differenziò: accanto ai mattoni crebbe la produzione di embrici alla marsigliese, torrette da camini e piastrelle per pavimenti e molto altro. Poi  fu la volta del grès rosso.

La produzione del cotto smaltato iniziò dopo la riconversione industriale avviata dalla Ceramiche Brunelleschi che aveva acquistato l’impianto nel 1976 durerà fino alla chiusura definitiva della fabbrica delle Sieci.

La fabbrica delle Sieci dalla via

Gli ultimi anni: un lungo travaglio

Le difficoltà per l’azienda iniziano nel 2002. Il cotto smaltato, da sempre fiore all’occhiello della ditta delle Sieci, subisce una brusca battuta d’arresto sul mercato per colpa della concorrenza sleale delle svariate imitazioni. Parte la cassa integrazione per i lavoratori. Si prospetta un trasferimento dell’impianto altrove nella Valdisieve.

Nel 2003 un cambio di azionista di maggioranza ma il piano industriale non convince, infatti viene respinto dagli Organi Sindacali e dal Comune.

Nel 2004 viene acquisita dal gruppo Margheri. La produzione riparte ma per far fronte alle mutate richieste del mercato c’è bisogno di un impianto moderno e quello delle Sieci non va più bene. Viene scelta un’altra area, in località Massolina, nel comune di Pelago. Un investimento oneroso, 12 milioni per un impianto che non entrerà mai a regime: è l’inizio della fine. Un costo insostenibile, la carenza di liquidità per colpa della crisi economica e il conseguente arresto del settore dell’edilizia portano alla cessazione di ogni attività produttiva e alla cassa integrazione per gli operai.

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I 40 operai sognano una cooperativa per salvare la fabbrica ma è troppo tardi. Anche una cordata di banche tra cui figura BNL si attiva per scongiurare la chiusura ma il Tribunale di Firenze pone i sigilli all’impianto nel 2011.

Nel gennaio del 2018 si sviluppa un incendio che interessa uno dei blocchi della fabbrica delle Sieci. Le fiammo sembra sia state di natura colposa. Dopo l’incendio il Comune di Pontassieve ha emesso due ordinanze aventi a oggetto la fabbrica delle Sieci: la prima riguardo la messa in sicurezza dell’area per evitare nuove intrusioni, un’altra per rimuovere i manufatti di amianto contenuti nella struttura. Entrambe sono state impugnate dalla curatela presso il TAR.

Paesaggio urbano Sironi

Paesaggio urbano, Mario Sironi.

Oggi alle Sieci le ciminiere riposano, i cancelli sbarrati, gli operai altrove.