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Curiosità su Santa Maria del Fiore (II parte)

Torniamo, anche questa domenica, a parlare del nostro amato Duomo, fonte di orgoglio per i fiorentini e di ammirazione per i forestieri.

Nello scorso articolo (qui il link) eravamo arrivati al 1302, quando i lavori furono interrotti a causa della morte di Arnolfo di Cambio, l’architetto a capo dei lavori, e del vescovo cittadino, Francesco Monaldeschi. Negli anni seguenti, il comune, dilaniato da guerre e disordini interni, abbandonò il cantiere già avviato e i fiorentini, quindi, continuarono ad andare a messa nella vecchia Santa Reparata, che era in pratica circondata dalle strutture della nuova cattedrale.

Nel 1330, tuttavia, vennero ritrovate, durante alcuni lavori, le spoglie di San Zanobi e ciò spinse i fiorentini a riprendere i lavori della nuova cattedrale. Il cantiere fu quindi affidato all’Arte della Lana, la corporazione più potente e ricca della città, che decise di affidare i lavori a Giotto, l’artista più importante dell’epoca.

La tassa sulle bestemmie

Nonostante la ricchezza della corporazione, i lavori di costruzione della cattedrale richiedevano somme enormi, che spinse il comune a istituire tasse particolari: innanzitutto vennero tassate le bestemmie, scatenando una sorta di “caccia” ai bestemmiatori che andò a colpire, tra l’altro, soprattutto gli operai e gli artigiani impegnati nel cantiere

(… ad ufo) detto fiorentino

In seguito, il comune decise di detassare tutti i materiali che servivano per la costruzione della cattedrale, che da quel momento vennero segnati con la sigla “A U.F.O”, la quale stava per “Ad usum Florentinae Operae”. È da qui che nasce il modo di dire fiorentino “ad ufo”, con il significato di “gratis” o “a sbaffo”.

Nel 1334 cominciarono di nuovo i lavori (diretti da Giotto e da Andrea Pisano, altro famoso scultore dell’epoca), i quali, nonostante le grosse somme investite dall’Arte della Lana e dal comune, iniziarono fin da subito molto lentamente, a causa della concomitante costruzione del Campanile, che impegnò quasi totalmente i due architetti. I lavori, poi, furono nuovamente interrotti nel 1337, a causa della morte di Giotto, e nel 1348, a causa della peste nera, che causò la morte di Andrea Pisano.

I cantieri,tuttavia, ripresero l’anno seguente e vennero diretti da Francesco Talenti, noto scultore fiorentino. Sotto la sua guida, vennero portati a termine i lavori del Campanile di Giotto e soprattutto fu lui a decidere di rivedere il progetto arnolfiano, rendendolo più grande e imponente. Nonostante il successivo allontanamento del Talenti, causato dalle molte discussioni con i responsabili dell’Opera del Duomo, i lavori continuarono seguendo il suo progetto: nel 1380, infatti, la navata centrale e le navate laterali erano state completate e, nel 1420, vennero anche completate le tre absidi e la zona del tamburo, la base di quella che diventerà la Cupola del Brunelleschi.

Ma cos’era successo a Santa Reparata?

Avevamo detto che la vecchia cattedrale era stata circondata dalla prima costruzione arnolfiana e che i fiorentini, aspettando il completamento del nuovo duomo, continuarono ad usarla per le cerimonie religiose; tuttavia, quando i lavori del cantiere ripresero, le strutture della vecchia chiesa ostacolavano le opere d’ingrandimento e perciò, nel 1375, venne completamente demolita. Nonostante la demolizione, il popolo rimase affezionato alla sua antica cattedrale e continuò a chiamare il nuovo duomo “Santa Reparata”, fino a quando il comune, nel 1412, decise di proclamare un editto, con il quale ordinava che il duomo fosse chiamato con il suo nuovo nome (Santa Maria del Fiore) e non con quello vecchio.