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Villa Fabbricotti sorge in via Vittorio Emanuele II alle pendici della collina di Montughi. La Regione vorrebbe venderla. I cittadini non vogliono perdere il loro spazio sociale.


La storia

Villa Fabbricotti trova menzione nel libro I dintorni di Firenze. L’autore Guido Carocci scrive: “fin dal XIV secolo fu della famiglia Boninsegni che aveva le sue case in Firenze sulla piazza vecchia di S. Maria Novella e che le possedette fino all’anno 1525. Il 24 maggio di quell’anno da Alessandra e Gostanza di Lionardo Boninsegni la comprava Girolamo di Zanobi Del Maestro Luca, d’una famiglia che ebbe cappella in S. Trinità presso la quale sorgevano le sue case. Poco dopo, nel 1530, egli la rivendeva ad Alessandro Strozzi e da quell’epoca fino al XIX secolo restò in possesso del ramo di quell’illustre famiglia che si disse dello Strozzino. Nel 1823 fu venduta alla famiglia inglese Wight, poi fu dei Marchesi Zambecari, quindi del celebre tenore Mario Tiberini e finalmente dei Conti Fabbricotti”.

L’assetto attuale si deve alle modifiche volute da Giuseppe Fabbricotti (proprietario di alcune cave a Carrara) che acquistò la villa nel 1864. Vincenzo Micheli fu incaricato del restauro: sue aggiunte la torre merlata e il loggiato. Il giardino, anche se mancano fonti certe, sembra essere opera di Giuseppe Poggi. Il pregevole salone al primo piano è stato affrescato da Annibale Gatti.

Molte personalità illustri vi hanno dimorato. Nel giugno del 1825 vi trovò la morte Paolina Bonaparte. Nel 1894 fu la residenza della Regina Vittoria durante il soggiorno fiorentino.

La vendita e il comitato

Nel 2016 alla sola notizia della volontà della Regione di vendere l’immobile, un comitato di cittadini non tardò ad attivarsi per scongiurarne l’alienazione. La lista degli immobili che includeva tra i 32 cespiti anche Villa Basilewsky e Villa Larderel a Pozzolatico poi venduta al fondo di investimento Invimit (una finanziaria del Ministero del Tesoro con il compito di acquistare e rivendere il patrimonio pubblico). Un valore di circa 50 milioni.

I cittadini scrissero un’accorata lettera al Governatore Rossi. Senza risultati. Questi alcuni passaggi significativi: “(…) stupisce trovare nell’elenco beni come Villa Fabbricotti e il suo parco storico. Lungi dall’essere inutilizzata e degradata. Villa Fabbricotti è attualmente sede dell’Ufficio di Promozione Economica della Regione Toscana e di un’associazione di disabili, ed il suo Parco è frequentato quotidianamente. (…)

Il parco rappresenta da decenni per l’intera cittadinanza un luogo di incontro, aggregazione e integrazione, di benessere e salute. 

Un piccolo ma importante mattone del sistema di welfare, dello stato sociale della nostra città.

Villa Fabbricotti striscione contro la vendita

Villa Fabbricotti striscione contro la vendita

“La Villa” continuano “ci risulta inoltre essere un bene giuridicamente invendibile al pari di Palazzo Pitti in quanto sottoposta a vincolo architettonico, paesaggistico, storico, ambientale. Il parco è destinato ad uso di verde pubblico con dichiarazione di interesse particolarmente importante (…)”.

“Perché, dunque, Presidente, intende vendere il complesso di Villa e Parco Fabbricotti, addirittura specificando a priori di essere disposto ad eliminare i vincoli e modificarne la destinazione d’uso, per facilitarne la vendita?”

La lettera non ha condizionato Enrico Rossi. A nulla è valsa una raccolta firme con oltre mille sottoscrizioni. “Attuiamo un principio di buona gestione per evitare situazioni di degrado o abbandono che non hanno senso e sicuramente risultano incomprensibili ai cittadini” ha detto il Governatore. La Regione ha deciso di metterla in vendita ma fino ad oggi nessuna offerta.

Ma soprattutto qualora fosse venduta il parco rimarrebbe uno spazio sociale accessibile al pubblico?