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La Firenze di Dante (II parte)

Nell’articolo di domenica scorsa abbiamo parlato della Firenze dantesca, analizzando come fosse diversa dalla città rinascimentale e dalla città moderna. (Leggi l’articolo: COME ERA LA CITTÀ DI FIRENZE AI TEMPI DI DANTE?) Abbiamo ricordato come Dante, nella sua opera più importante, la “Divina Commedia”, citi più volte Firenze, sia con motivi di elogio e di nostalgia (ricordiamo che il poeta, durante la stesura dell’opera, viveva in esilio) che con motivi polemici e di critica della politica e della società fiorentina. Abbiamo poi fatto notare che la città nella quale il poeta visse trentasei anni, occupando anche cariche politiche molto importanti – venne eletto nel 1300 priore di Firenze, la carica più importante del Comune -, era sprovvista di quegli edifici monumentali (il Duomo di Santa Maria del Fiore,la Cupola,Palazzo Vecchio,le basiliche di Santa Maria Novella e di Santa Croce,eccetera) che caratterizzano tutt’oggi l’aspetto della città.

Gli edifici più imponenti e decorati, infatti, erano il Battistero di San Giovanni e la cattedrale di Santa Reparata, cioè i due centri religiosi della città, mentre le altre strutture erano quasi schiacciate dalle innumerevoli case torri delle famiglie patrizie cittadine,che davano allo skyline di Firenze un aspetto quasi newyorkese. Gli unici edifici “civili” erano il Bargello e la “Torre della Castagna”,dove si riuniva il consiglio dei Priori,i quali tuttavia non possedevano la grandezza e la monumentalità che avranno Palazzo Vecchio e,molto dopo,gli Uffizi.

Firenze in quegli anni stava subendo una profonda trasformazione architettonica

Nonostante questi presupposti, la città in quegli anni stava subendo una profonda trasformazione architettonica, dovuta all’accrescimento del potere economico e politico della Repubblica fiorentina,che stava diventando lo stato egemone della Toscana. Alla fine del XIII secolo, infatti,vengono avviati quattro importantissimi cantieri: nel 1279 hanno inizio i lavori di ingrandimento di Santa Maria Novella, la chiesa del convento dei Frati Domenicana, dove il giovane Dante studiò la filosofia tomista; nel 1284 viene ingrandita la Badia Fiorentina, chiesa molto cara al poeta e citata nella Divina Commedia (vedi articolo precedente); nel 1294 viene avviato il cantiere della Basilica di Santa Croce, la chiesa dell’ordine francescano; nel 1296 iniziarono i lavori per la costruzione della nuova cattedrale cittadina (Leggi anche: QUALCHE ANEDDOTO SUL DUOMO DI FIRENZE CHE FORSE NON CONOSCI) e nel 1299 cominciarono i cantieri del nuovo palazzo dei priori,che ora chiamiamo “Palazzo Vecchio”.

Il periodo dell’esilio

A causa dell’esilio, Dante, come molti suoi contemporanei, non riuscì a vedere il completamento di questi edifici, ma sicuramente ebbe l’occasione di vedere gli immensi cantieri e di rimanerne giustamente affascinato. Si dice infatti che il Sommo Poeta, negli anni dell’esilio, chiedesse sempre a tutti i fiorentini che incontrava come stesse venendo su il nuovo palazzo dei priori.

Il sasso di Dante

Si dice poi che al poeta piacesse anche fermarsi a riflettere e ad osservare i lavori del cantiere di Santa Maria del Fiore seduto su un masso vicino alla zona dei lavori. Questo masso,che attualmente si trova tra piazza delle Pallottole e via dello Studio,viene tutt’oggi chiamato “sasso di Dante” e ad esso è legato un divertente aneddoto che metteva in risalto l’intelligenza e la memoria del grande scrittore.

La storia racconta infatti che un giorno un conoscente del poeta, mentre quest’ultimo era seduto ed assorto nei propri pensieri, gli chiese a bruciapelo quale fosse il suo piatto preferito; Dante, telegraficamente, disse che era l’uovo sodo. Dopo un anno, lo stesso tizio, ripassando di lì, trovò Dante nella stessa posizione assorta e, per tendergli uno scherzo, gli chiese: “con che cosa?”. Al che il Poeta, rimanendo sempre concentrato e assorto nei suoi pensieri, gli rispose: “col sale”.