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La Corte di Cassazione dà ragione al Comune sulla regolarità degli autovelox, questa volta del dispositivo in viale Gramsci

Con la sentenza numero 8934 depositata il 29 marzo scorso la Suprema Corte ha respinto un ricorso presentato contro il giudizio del Tribunale di Firenze favorevole all’Amministrazione e quindi ha confermato la regolarità dell’autovelox di viale Gramsci.

Ma questo pronunciamento rappresenta un importante chiarimento dal punto di vista giuridico a livello generale. Infatti, a differenza delle sentenze precedenti (risalenti al 2016 su viale Etruria e 2018 su viale Lavagnini) sempre favorevoli al Comune ma dove la Suprema Corte non era entrata nel merito delle caratteristiche del viale, limitandosi ad affermare che si trattava di una valutazione di merito, rimessa al Tribunale, questa volta i giudici della Cassazione hanno esaminato le caratteristiche della strada, nel caso specifico viale Gramsci, affermando due significativi principi di diritto. Prima di tutto che la larghezza della banchina (spesso posta dai Giudici di Pace quale ragione dell’accoglimento dei ricorsi) non è rilevante sia in quanto non prescritta da alcuna norma, sia perché non è comunque necessaria una larghezza minima non essendo la banchina destinata al transito dei veicoli.

In secondo luogo che la presenza di intersezioni non semaforizzate (in viale Gramsci si immette, 50 metri prima dell’autovelox, via Benedetto Varchi) non risulta rilevante attesa la presenza del controviale.

Per questo la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato per la cassazione della sentenza del Tribunale di Firenze (favorevole al Comune) e ha condannato il ricorrente anche al pagamento delle spese