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Firenze nella sua storia ha una pagina buia che ancor oggi ricordiamo grazie a un monumento in Piazza della Repubblica

Nella storia dell’uomo ci sono state orribili vicende in cui la paura di qualcosa di diverso, fosse questo un cambiamento, un pensiero, una credenza religiosa, oppure la ricerca della supremazia, ha portato a terribili atrocità nei confronti degli esseri umani. Gli esempi del passato sono purtroppo moltissimi. Tra questi si possono ricordare le persecuzioni dei Cristiani durante l’Impero Romano in cui questi nuovi fedeli venivano uccisi in nome della religione pagana. Tuttavia è da considerare anche il rovescio della medaglia che avvenne nel medioevo quando con le crociate erano i Cristiani stessi a portare morte.

Nonostante la storia sia ahinoi piena di questi fatti, quello più studiato e ricordato ogni anno è il giorno della memoria, in cui, ogni 27 gennaio, si commemora la persecuzione e lo sterminio degli ebrei da parte dei regimi nazista e fascista. Sebbene nel Novecento l’emarginazione di questa componente religiosa sia arrivata all’apice della crudeltà, tale processo di esclusione e progressiva degradazione ebbe origine molto prima.

Nella nostra penisola erano molte le città che in un passato lontano avevano al proprio interno un ghetto ebraico dove le persone erano costrette a vivere in situazioni degradate. Anche la nostra amata Firenze si è macchiata di questo. Costruito su ordine di Cosimo I De’ Medici nel 1571, il ghetto ebraico sorgeva nell’area Piazza della Repubblica ed era residenza obbligatoria per tutti i cittadini ebrei. Groviglio di piccoli vicoli con tante case inadatte ad accogliere il numero di persone a cui questo era destinato. Gli ebrei erano obbligati a stare al suo interno e c’erano soltanto due punti da cui potevano entrare o uscire nelle ore prestabilite.

Tale costruzione edilizia rimase per tre secoli. Negli anni in cui Firenze fu capitale d’Italia iniziò a sorgere un dibattito sulla sua esistenza, il ghetto infatti cominciò ad essere visto come un elemento di vergogna in quella città che nel Rinascimento era passata alla storia come culla della cultura e dell’arte. Venne quindi stabilita la sua distruzione e l’area venne destinata ad accogliere le piazze e le spaziose strade che vediamo oggi.

Tuttavia, in alto, sull’arco in Piazza della Repubblica possiamo ancora oggi leggere << l’antico ghetto della città, da secolare squallore a vita nova restituito>>. Se è vero quindi quel che dicono sul fatto che la storia si ripete, una scritta ci servirà sempre per ricordare che dobbiamo essere oggi persone migliori di quelle che siamo state in passato e tocca a noi non far ripetere all’umanità gli stessi errori.