Quando il pregiudizio rischia di essere un muro.
“Mi permetto di ricordare che i muri, anche i più alti e resistenti, hanno una caratteristica: crollano”. Non so chi abbia scritto questa frase, ma credo che sia calzante sopratutto in relazione al pregiudizio:
Qualunque pregiudizio.
Quante volte sorridiamo anche solo all’idea che una persona anziana torni a studiare. Invece che amminarne il coraggio e la determinazione, ci arroghiamo in qualche modo il diritto di “sbeffeggiarla”.
Invece è arrivato il momento di abbatterlo questo muro. Perché il desiderio di “sapere” è uno dei più bei desideri si possano coltivare. In un mondo in cui grazie anche alla tecnologia, siamo diventati tutti “tuttologi” chi ha ancora voglia di affrontare i sacrifici e i “giudizi” andrebbe soltanto ammirato.
Così, oggi, accanto alla famosa “Università della Terza Età”, ecco che spunta la possibilità per gli studenti “over” di poter realizzare un nuovo sogno: l’Erasmus.
Maria, Teresa, Lucia. Dove Maria, Teresa e Lucia potrebbe essere ognuno di noi.
Già, questo potrebbe avere il coraggio di fare, oggi, Maria. Dove Maria potrebbe essere chiunque di noi. Perché forse soltanto immedesimandoci in chi questo coraggio potrebbe averlo davvero, riusciremmo a capirne la bellezza. Quindi, forza e coraggio. Immaginatevi di avere davanti Maria.
Iscritta all’Università a 58 anni e coraggiosamente lanciatasi nell’avventura Erasmus a 60 anni. A Firenze. Nella Firenze che potrebbe aver conosciuto solo dai racconti di suo nonno, lei che è nata a Parigi da genitori emigrati. Per bisogno, in un tempo storico che era tutto meno che favorevole.
Maria potrebbe raccontarci sicuramente che la cosa più ostica è stata il superare lo scetticismo dei suoi figli. In fondo lei stava decidendo di fare quello che i suoi due figli probabilmente avevano già fatto. Già perché loro, come tutti i giovani di oggi, appartengono senza dubbio a quella che viene definita: “generazione erasmus”
Il coraggio di abbattere il muro e partire per l’Erasmus a 60 anni.
“Mi presero per matta” ci potrebbe raccontare “quando una sera a cena all’improvviso gli comunicai la mia voglia di lanciarmi in questa nuova avventura”. Guardatela Maria. Immaginatevela. Seduta davanti a voi. Capelli grigi raccolti in una crocchia ordinata. Non deve essere stato facile per lei. Si capisce dalla timidezza con cui potrebbe raccontarci come i suoi figli all’inizio le abbiano tentate tutte per convincerla a desistere. Non ultimo sicuramente potrebbero aver tentato la carta della “vergogna” “Ti prenderanno tutti in giro” le avrebbero potuto dire ma in realtà i compagni di corso, ci racconta “Maria”, l’hanno solo scambiata spesso per una docente. “L’unica cosa che ho fatto, diversa dai miei figli, è stata lo scegliermi in autonomia un appartamento”. Ecco. Forse questo è l’unico muro che Maria non è riuscita ad abbattere. Quello della “mammitudine”. Ve la state immaginando mentre vi parla? Non smettete. Maria è lì. Che racconta al vostro cuore come tutti potremmo domani avere il suo stesso coraggio.
“Temevo che avrei passato le giornate a comportarmi da mamma con i miei coinquilini invece che come compagna di corsi, così ho trovato un appartamento tutto per me”.
“E’ un eperienza che auguro a tutti. A 60 anni ho potuto studiare nella città del mio cuore. Dei miei nonni. Il pomeriggio uscendo dalla facoltà, passeggiavo per le vie della città e ricercavo le storie dei miei nonni. E’ stata un avventura pazzesca” ci direbbe sorridendo.
“Maria” ha ragione. I muri vanno abbattuti. Qualunque sia la loro altezza. La potremmo salutare in francese, lei forse ci risponderebbe in un perfetto italiano. Tenterebbe anche di aspirare la C, ma per quello le faremmo presente che forse ha ancora bisogno di tempo. Ma “Maria” il tempo non lo teme. Se lo è fatto alleato. E potrebbe davvero insegnarlo a tutti.
Perché Maria siamo un pò tutti noi. Non importa essere giovani per fare certe scelte. Basta avere coraggio.