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Si chiude la tre giorni di Firenze Rocks, che registra un successo straordinario in termini di partecipazione. Dopo gli Aerosmith e Eddie Vedder, il finale é di quelli col botto: sono stati infatti i System of a Down a calcare il palco della Visarno Arena.

Energia, energia allo stato puro. Non esiste parola più adatta a descrivere la musica del gruppo statunitense ma che ha una storia particolarissima alle spalle: infatti tutti e quattro i componenti discendono dai superstiti del genocidio armeno del 1915, come dimostrano anche i loro nomi.

Elementi caratteristici della musica dei SOAD sono indubbiamente (almeno) due. Innanzitutto l’abbinamento tra un sound puramente metal e le sonorità della musica tradizionale caucasica, che rende i brani nel complesso eterogenei e assolutamente originali. In secondo luogo, la fortunata combinazione tra le voci del cantante (e non raramente tastierista e seconda chitarra) Serj Tankian e del chitarrista Daron Malakian, i quali attraverso una tecnica canore di alto livello danno vita ad armonizzazioni straordinarie.

Gli altri componenti del gruppo (il bassista Shavo Odadijan e il batterista John Dolmayan) si distinguono anch’essi per combinare allo stesso tempo un’ottima tecnica dello strumento con un sound molto potente e cattivo.

Il quartetto di Los Angeles non manca di suonare tutti i brani più celebri, tra cui Aerials, Toxicity, B.Y.O.B., Chop Suey e molti altri ancora.

In apertura i Prophets of Rage, gruppo rap-metal che discende dalle ceneri dei celebri Rage Against The Machine e degli Audioslave (di cui facevano parte il chitarrista Tom Morello, il bassista Tim Commerford e il batterista Brad Wilk). Toccante la dedica a Chris Cornell, cantante dei Soundgarden e proprio degli stessi Audioslave, scomparso poco tempo fa. Per omaggiarlo, la band ha suonato Like a Stone, il brano più famoso degli Audioslave e per la voce si é prestato lo stesso Serj Tankian, scatenando la gioia e la commozione della folla.