Venerdì 3 novembre ore 20,45
AMBRA ANGIOLINI
MATTEO CREMON
in
LA GUERRA
DEI ROSES
di Warren Adler
regia FILIPPO DINI
traduzione di Antonia Brancati e Enrico Luttmann
con
Massimo Cagnina e Emanuela Guaiana
aiuto regia Carlo Orlando
scenografie Laura Benzi
costumi Alessandro Lai
luci Pasquale Mari
musiche Arturo Annecchino
LA GUERRA DEI ROSES è prima di tutto il titolo di un romanzo del 1981 diventando poi otto anni più tardi un enorme successo cinematografico per la regia di Danny De. L’autore del romanzo, Warren Adler, scrive anche il soggetto del film e in seguito deciderà di adattare questa vicenda anche per il teatro, creando una commedia straordinaria, raffinata e caotica al tempo stesso, comica e crudele, ridicola e folle, trovando forse in teatro la sua dimensione ideale, per la sua potenza espressiva e la sua dimensione terribilmente onirica.
La storia, nota ormai a tutti, grazie alla fama della pellicola cinematografica, e alla notorietà oltre che alla splendida affinità interpretativa dei suoi protagonisti (Michael Douglas e Kathleen Turner), narra della lenta e terribile separazione tra i coniugi Rose, lui ricco e ambizioso uomo d’affari, tronfio della sua fortunatissima carriera, lei una moglie obbediente, ma mai dimessa, che lo ha accompagnato nella sua brillante ascesa, con amore, stima profonda e un pizzico di fascinazione per le piccole o grandi comodità, che la loro vita quotidiana andava conquistandosi. Tutto questo avviene, come ci è lasciato intuire dalle prime scene, in un’atmosfera di profondo amore, di sincera passione, all’interno di una cornice rosa e perfetta, lontani dal sospetto, appunto inesistente tra i Rose, di un qualsivoglia senso di raggiro o personale tornaconto, la dinamica del loro vivere insieme pare (ed è!) motivata soltanto dal reciproco amore. Ma ad un tratto, poco dopo l’inizio della nostra commedia, tutto questo si rompe, si infrange contro lo scoglio della mancata realizzazione professionale di lei.
Tutta la loro vita passata insieme, viene da lei completamente riscritta e reinterpretata, la sua maturata presa di coscienza la rafforza e la sprona, con una ferocia degna di una grande eroina, a scagliarsi sul suo amato, ora il responsabile della sua mancata affermazione, in un crescendo di cattiveria, rabbia e reciproche atrocità, fino alle estreme conseguenze.
AMBRA ANGIOLINI
Attrice di cinema, di teatro e conduttrice tv, Ambra Angiolini è da sempre nella sua carriera artistica poliedrica, versatile ed innovativa.
Nel 2002 è protagonista in teatro di Emozioni di Sergio Japino ma è il 2006 che si rivela un anno molto ricco, con Saturno contro, film di Ferzan Özpetek, dove Ambra nel ruolo di Roberta, ottiene diversi riconoscimenti quali il David di Donatello-migliore attrice non protagonista; il Globo d’oro e Ciak d’oro-attrice rivelazione dell’anno; Nastro d’argento-miglior attrice non protagonista ed il Premio Flaiano-migliore attrice.
Ambra è apparsa nelle scorse stagioni teatrali e nel cinema interpretando diversi ruoli femminili in opere come I pugni in tasca di Stefania De Santis, La scelta eTradimenti diretta da Michele Placido.
Nel 2017 per la Televisione è stata tra i giudici in Amici di Maria De Filippi ed ha ritirato il CinéCiak d’Oro a Riccione come migliore attrice di commedia per la sua interpretazione di Dora nella commedia La verità, vi spiego, sull’amore di Max Croci. A Taormina le è stato consegnato il Premio speciale Nastro d’Argento 2017 per il film diretto da Michele Placido 7 Minuti in cui interpreta una grintosa Greta, film che è stato in concorso al Festival di Roma.
FILIPPO DINI
Dopo aver frequentato la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova dal 1994 al 1996, fonda la compagnia Gloriababbi Teatro, con cui collabora tuttora.
Dal 2000 si dedica alla regia teatrale e nel 2011 vince il premio Le Maschere del Teatro Italiano come migliore attore non protagonista nel ruolo di Padre Lorenzo nello spettacolo Romeo e Giulietta di William Shakespeare, diretto da Valerio Binasco.
Questa la sua nota di regia
“La grandezza dell’amore si esprime in questa commedia attraverso la sua fine.
Adler ci pone di fronte ad una delle più potenti e straordinarie deflagrazione umane: la separazione di un uomo e una donna che hanno condiviso un grande amore.
Non c’è al mondo espressione più sconvolgente della potenza dell’essere umano, non a caso il titolo la paragona ad una guerra, e non solo, ad una delle più sanguinose guerre della storia inglese, una guerra nata in “casa” appunto, la guerra tra due rami della stessa famiglia, la guerra delle due rose.
La messa in scena racconta appunto di una guerra, due schieramenti, e volutamente si è scelto di affidare tutti i personaggi a solo quattro interpreti, due uomini e due donne, in campo a combattere per la propria legittimità su questo pianeta.
Il signor Rose e la signora Rose e i loro doppi, che interpretano i loro rispettivi avvocati e altri personaggi nei quali si imbattono i protagonisti, come in un sogno che non avrà un lieto fine, ci divertiranno fino alle lacrime per la loro comicità e ci turberanno nel profondo, poiché sveleranno in modo più o meno consapevole i nostri intimi fallimenti nel comprendere l’”altro”, l’opposto, all’interno di noi stessi.”
La vera guerra, forse assai più sanguinosa si svolgerà dentro di noi, nel percepire vittime e carnefici all’interno delle nostre irrisolte metà, rintanate nelle viscere delle nostre coscienze.
Adler ci aiuta, con un sorriso, ad affrontare questa guerra, con coraggio e con leggerezza.
E forse ci permetterà, quindi, di tendere una mano all’altro, per invitarci a uscire da quella “casa” e andare incontro ad un “esterno”, ad un futuro nel quale l’uomo, prima ancora della donna, tornerà ad essere in grado di capire, accettare, dialogare con la sua intima femminilità offesa e deturpata spesso in ognuno di noi. “