20 anni di Valdarno Jazz, ecco l’edizione “Winter”
Tra i protagonisti Roberto Gatto, Alex Sipiagin, Francesco Cusa, Apocalypse Trio e Mirko Pedrotti Quintet
La manifestazione, diretta da Daniele Malvisi e Gianmarco Scaglia in collaborazione con Music Pool e Valdarno Culture, si inaugura sabato 4 febbraio con la nuova produzione del Valdarno Jazz Collective ispirata ai grandi movimenti studenteschi del 1968
Evento collaterale il 3 febbraio con la masterclass di Roberto Gatto
Firenze, 29 gennaio 2018 – Sarà il viaggio musicale ispirato ai grandi movimenti studenteschi del 1968, interpretato dal Valdarno Jazz Collective, a inaugurare domenica 4 febbraio il Valdarno Jazz Festival – Winter Edition. Sei i concerti della trentunesima edizione (tra i protagonisti Alex Sipiagin, Francesco Cusa, Apocalypse Trio e Mirko Pedrotti Quintet) e dodici gli appuntamenti in totale tra masterclass e guide all’ascolto, per un programma che celebra i 20 anni del Valdarno Jazz.
Il festival, diretto dai musicisti Daniele Malvisi e Gianmarco Scaglia, in collaborazione con Music Pool e Valdarno Culture, si terrà nel Valdarno, tra Firenze e Arezzo, nei comuni di Loro Ciuffenna, Terranuova Bracciolini e, per la prima volta, Figline e Incisa Valdarno. Quale evento collaterale, sabato 3 febbraio, la masterclass del grande batterista Roberto Gatto aperta a tutti gli strumenti.
Il Valdarno Jazz proporrà anche per questa edizione un viaggio a tutto tondo nei poliedrici territori del jazz: si inizierà domenica 4 febbraio all’Auditorium Le Fornaci di Terranuova Bracciolini con “1968: Something to Remember” del Valdarno Jazz Collettive – VJC, nuova produzione del festival. In programma un repertorio ispirato alle composizioni dell’epoca sessantottina che intende ribadire il valore dei principi di un’etica sociale e civile. Oltre a Daniele Malvisi al sax tenore e Gianmarco Scaglia al contrabbasso, suoneranno alcuni tra i più importanti musicisti della scena jazzistica contemporanea internazionale, tra cui il pianista Riccardo Fassi, il batterista Roberto Gatto e il trombettista americano Alex Sipiagin, prima tromba della Mingus Jazz Orchestra. In scaletta, capolavori di Miles Davis, Wayne Shorter, Ornette Coleman. Nell’ambito dei festeggiamenti, alle ore 17.00 nel foyer de Le Fornaci, sarà presentato “Jazzy Souls”, libro di Carlo Braschi, fotografo ufficiale di Valdarno Jazz, edito da Settore8, che ripercorre per immagini in circa 150 pagine la storia del festival, in cui si sono alternati oltre 1400 musicisti per circa 300 progetti.
Il Festival proseguirà il 16 febbraio con “Rhythm Permutations” con Francesco Cusa & The Assassins, ovvero Valeria Sturba, voce, theremin e violino, Giovanni Benvenuti al sax tenore, Ferdinando Romano al contrabbasso. Una nuova formula di quartetto, che si apre a influenze a sonorità più vicine al funk e al jazz, in un gioco continuo di tensione e rilassamento, con uno sguardo alla tradizione e l’altro alla contemporaneità (ore 21.30 Auditorium Le Fornaci, Terranuova Bracciolini).
Il 25 febbraio spazio all’esplorazione di nuovi mondi “visio-musicali” attraverso l’unione di strumenti acustici ed elettronici con il progetto di new electro-jazz dei pugliesi Apocalypse Trio, formato da Vincenzo Deluci, tromba, Camillo Pace al contrabbasso e Giuseppe Mariani alla batteria. L’appuntamento rientra nel progetto “Jazz…no limits!”, trasversale nelle varie edizioni del festival, che usa la musica jazz come linguaggio per raccontare situazioni legate a forme di disagio fisico, sociale, razziale. In questo caso, sul palco ci sarà Deluci, trombettista paraplegico a causa di un incidente stradale, fautore di una personale poetica musicale, esempio di esperienza artistica densa e potente. Il gruppo propone una musica che riesce a rompere col passato pur affondando le proprie radici nel rock elettrico, jazz, musica contemporanea, antica, in una inedita fusione, con un’architettura sonora basata su ritmi spezzati, interventi schizoidi di tromba, di elementi elettronici e contrabbasso, che vanno a comporre un mosaico sonoro (ore 17.30, Auditorium Comunale via Pratomagno, 6 a Loro Ciuffenna).
Domenica 11 marzo il Collettivo Valdarno Musiche proporrà “The Wall”, una nuova produzione originale, ideata dal giornalista Alceste Ayroldi, un percorso musicale e narrativo che, a partire dalla simbolica destrutturazione delle musiche dell’album dei Pink Floyd (come un muro che si sgretola), racconterà la storia di un migrante che affronta il suo perenne isolamento, così come Pink in the Wall. Ad interpretare i brani in maniera originale, oltre che Ayroldi quale voce narrante, saranno Alberto Aldinucci, Danni De Ritis, Francesaco Dondi ai sassofoni, Sandra Gambassi e Giuditta Palmieri alle voci, Andrea Simola, rap vocal, Alberto Gabbrielli, Marco Vacca, Salvo Pagliarello alle chitarre, basso, basso elettrico, Davide Bartolucci e Angelo Micoli alle batterie Marcello Zappia alle percussioni, Madoka Funatsu alla fisarmonica, Enrico Signore ai live elctronics, Zeno Lodolini alle tastiere. Il concerto è un’immedesimazione delle giornate di chi vive questa separazione, un viaggio nell’isolamento di chi, oggi più di allora, subisce le scelte scellerate di un potere politico ed economico in continuo mutamento (ore 17.30 Auditorium Le Fornaci a Terranuova Bracciolini).
Il 31/o Valdarno Jazz presenterà il 16 marzo “My favorite songs” del Valdarno Jazz Collective, progetto che si ispira al combo trio, composto da Daniele Malvisi, Gianmarco Scaglia e Paolo Corsi. In scaletta, oltre ai brani originali firmati da Daniele Malvisi e Gianmarco Scaglia, alcune rielaborazioni di temi famosi del repertorio jazzistico. Ogni brano sarà un trampolino di lancio per l’improvvisazione, per un dialogo di interplay, di assoluto vigore ritmico (21.30 Ridotto del Teatro Garibaldi a Figline).
Giovedì 29 a chiudere il festival ci sarà il Mirko Pedrotti Quintet, progetto nato nel 2013 per volontà del vibrafonista trentino Pedrotti, accompagnato da Lorenzo Sighel al sax alto, Luca Olzer, fender rhodes, sintetizzatore, Michele Bazzanella al basso elettrico e Matteo Giordani alla batteria. Tante sono le matrici e le contaminazioni che influenzano la produzione del gruppo: musica jazz, minimal, rock, progressive, classica, elementi che convivono insieme e creano un linguaggio contemporaneo e caratteristico. Il groove accattivante, la poliritmia e la ricercatezza degli impasti timbrici sono i connotati principali di questa formazione che già agli esordi ha ottenuto importanti riconoscimenti (ore 21.30 ridotto del Teatro Garibaldi a Figline Valdarno).
Ad arricchire il cartellone del festival, alcuni eventi collaterali, tra cui varie guide all’ascolto. Il 31 gennaio presso la Biblioteca Le Fornaci il batterista Paolo Corsi ripercorrerà l’evoluzione delle percussioni tra gli anni ‘60 e ’70, in un viaggio avvincente tra idee e concezioni ritmiche che contraddistinguono le categorie musicali odierne (ore 21.30) mentre il 10 marzo Alceste Ayroldi introdurrà il concerto dell’11 marzo con “The Wall … e il muro intollerante rialzò la testa”, un excursus che, dalla Linea Maginot europea alla “muraglia messicana” di Trump, racconta quanto il muro sia tornato alla ribalta, anche più dell’idea artistico-sociale dei Pink Floyd (alle 17.30). Nella biblioteca del comune di Loro Ciuffenna, il 21 febbraio, Daniele Malvisi parlerà de “Il sassofono…Storia di un’invenzione fallita” insieme al regista Danny De Ritis, di cui sarà proiettato il cortometraggio in tema, mentre il 9 marzo Alceste Ayroldi presenterà “Sparate sul jazzista! la censura del jazz” (ore 21.30). Infine, il 28 marzo al ridotto del Teatro Garibaldi di Figline, in programma la guida all’ascolto di Mirko Pedrotti “Il vibrafono tra nota scritta e improvvisata”, con un’analisi e una carrellata dei capiscuola dello strumento, a cui saranno alternate esemplificazioni dal vivo (21.30).
Informazioni: www.valdarnojazzfestival.wordp
Prevendite: Circuito Regionale Box Office www.boxol.it / telefono: 055 210804 www.ticketone.it
Nella prefazione al libro “Jazzy Souls” il critico Alceste Ayroldi dice: “Carlo Braschi cristallizza alcuni passaggi della storia del Valdarno Jazz Festival, consegnandoci immagini di particolare intensità e lucentezza. Le foto sanno parlare meglio delle parole e quelle di Braschi suonano e cantano perfettamente, lasciando ascoltare una buona manciata di anni del Valdarno Jazz Festival”. Fra i volti più noti del jazz Italiano e internazionale nel libro troviamo la pianista giapponese Hiromi, il sassofonista Chris Potter, il pianista Stefano Bollani, e i trombettisti Paolo Fresu e Enrico Rava.
Per informazioni e-mail: carlobraschi.arte@gmail.com telefono 340-3478784