La commedia romantica, detta anche romcom, diretta da Evan Oppenhaimer ed interpretata principalmente da Brett Dalton, Alessandra Mastronardi ed Alessandro Preziosi, fallisce nell’intento di dare centralità alla storia d’amore in quanto la bellezza e le tradizione fiorentina prendono il sopravvento su molti degli altri elementi del film.
La pellicola ha una trama molto leggera e piacevole alla visione, ma pecca di scene stupefacenti o particolarmente memorabili, nonostante questo rimane impresso nella mente dello spettatore, non solo la città di Firenze ritratta in tutta la sua misteriosa bellezza, ma anche il filo conduttore che accompagna tutto il film, vivere il presente senza preoccuparsi del passato o pensare al futuro.
La trama è incentrata tutta nel capoluogo fiorentino
Il protagonista Eric Lombard, interpretato da Brett Dalton, chiamato successivamente Ercole, trascorre l’estate a casa di sua cugina Anna (Stana Katic) e del cognato Gianni (Marco Bonini). Durante il suo soggiorno, Eric viene presentato a Paolo (Alessandro Preziosi) capitano della squadra dei Bianchi di Santo Spirito del tradizionale sport fiorentino il “Calcio Storico” il quale lo accetta nel proprio team nonostante la sua nazionalità americana.
Durante gli allenamenti, il protagonista fa la conoscenza della sorella di Gianni, Stefania (Alessandra Mastronardi) nonché fidanzata di Paolo con la quale, però, Eric instaurerà una relazione, all’insaputa dell’amico, basata sul famoso detto “Carpe Diem” ovvero “cogli l’attimo” e quindi vivere il presente e ciò che viene da esso senza avere preoccuparsi delle conseguenze future e degli accaduti passati. Nel momento in cui Paolo scopre della relazione tra la fidanzata ed Ercole, decide di escludere l’amico dalla partita finale del Calcio Storico alla quale verrà riammesso solo il giorno prima della partita grazie al cognato Gianni.
La scena cult
Una scena, a mio parere, simbolo del film è quella in cui i due amanti, Eric e Stefania, si trovano in piazza della Signoria davanti alla copia del “David” di Michelangelo. In questo frangente, la ragazza, gli chiede di riconoscere il personaggio raffigurato nella statua accanto al “David” ed alla sua mancata risposta Stefania risponde dicendogli che quello è proprio lui in quanto la statua ritrae Ercole. Dopo la sua risposta Eric le chiede la storia dell’eroe e la ragazza gli racconta che Ercole dovette affrontare 12 sfide, le dodici fatiche, per essere libero, infatti alla fine del film, dopo la partita finale, Stefania riprenderà questo discorso affermando che Eric ha superato solo una delle sfide e quindi, come l’eroe, ne dovrà superare altre undici.
Le interpretazioni
Brett Dalton, Eric, è stato davvero bravo nella sua interpretazione del ragazzo straniero appena giunto nella città storica di Firenze. Il protagonista è un sognatore, un ragazzo semplice curioso della vita e che ama viverla giorno per giorno senza dover pianificare il futuro. L’attore è riuscito a dar vita in modo sorprendente a questo personaggio portando sullo schermo un’interpretazione fresca e leggera trasmettendo, allo stesso tempo, non solo la passione di Eric per la vita e le nuove scoperte, ma anche alla propria.
Alessandra Mastronardi, è stata una rivelazione nei panni della giovane studentessa di architettura Stefania, una ragazza molto semplice con un’anima sempre alla ricerca del nuovo e della scoperta, tratto distintivo del personaggio che l’attrice ha saputo rappresentare in modo impeccabile dando vita al personaggio stesso. Un’altra caratteristica sorprendente è stata la fluidità con la quale la Mastronardi riusciva a parlare la lingua inglese nonostante, nel riadattamento, a volte apparisse fuori sync.
La regia
La regia di Evan Oppenhaimer è stata in grado di cogliere tutta la bellezza della città ed è stato bello vedere come egli si sia concentrato principalmente sul quartiere di Santo Spirito e su alcune strade e luoghi poco conosciuti in modo da avere una visione completa della città. I luoghi di massima importanza, ovviamente, sono stati rappresentati, come possiamo vedere anche nella prima inquadratura del film in cui viene ritratto il Duomo visto dal piazzale Michelangelo, ma la regia e la fotografia sono sorprendenti proprio perchè l’importanza maggiore è stata data non agli elementi cittadini più conosciuti, ma a quelli più nascosti e misteriosi.