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Il ponte di Ognissanti, con i suoi “dolcetto o scherzetto”, la sua carica di allegria e di terrore, si sta avviando anche quest’anno alla sua conclusione.

Prima di congedarci, in attesa dell’anno prossimo, vogliamo lasciarvi con due piccole curiosità che riguardano questa ricorrenza.

La prima curiosità riguarda proprio l’origine del nome di questa ricorrenza. Mentre la seconda riguarda uno dei luoghi più caratteristici della nostra amata Firenze.

Festa di Ognissanti

La ricorrenza nasce, nel VIII secolo, dalla volontà di Papa Gregorio III di adattare la liturgia cristiana in un rapporto di continuità con quelle che erano state le tradizioni precedenti.
Tra queste vi era sicuramente la festività celtica di Sahmain, la festa dei morti che oggi è conosciuta con il nome di Halloween. Per distinguersi però dalla ritualità pagana si pensò di far cadere la festività il 2 Novembre.

Questa ricorrenza venne poi ufficializzata, nel 1475, da Papa Sisto IV, che ne sancì l’obbligatorietà per l’intera Chiesa universale e riportò la data al primo di Novembre.

Via delle Oche

Veniamo ora a Firenze.

Via delle Oche è, sicuramente, una delle strade più antiche e caratteristiche della città del giglio. Ma da dove deriva il suo nome così curioso?

A dire il vero, sull’origine del suo nome esistono moltissime teorie e congetture. Tra queste, una è proprio legata alla festività di Ognissanti.

Pare, infatti, che lungo questa strada i fiorentini si recassero per acquistare le oche che poi avrebbero cucinato in occasione del pranzo festivo o addirittura, per farsele cuocere. L’oca era per l’appunto un piatto che si serviva tipicamente sulle tavole fiorentine in occasione di questa festività.

Tra le fonti che sembrano testimoniare questa teoria vi sono due versetti de La secchia rapita, un dissacrante poema in ottave scritto dal poeta modenese Alessandro Tassoni (1565-1635) e pubblicato nel 1622 dopo essere sfuggito, per un soffio, all’Indice dei libri proibiti redatto dalla Chiesa cattolica. I versi sono il 631 e il 632 della dodicesima cantica: “Il giorno di Ognissanti al dì nascente ognuno partì della campagna rasa / e tornò lieto a mangiar l’oca in casa”.