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 Mangiare, uno dei bisogni primari, fondamentale per la vita e anche una fonte di piacere. Un modo come un altro per stare insieme, una scusa per chiacchierare.

Un’azione con tanti significati, ma il modo di consumare un pasto è uguale ovunque?

Cultura e tradizioni vanno solitamente a braccetto e al loro fianco troviamo l’arte culinaria, un altro modo attraverso cui i popoli esprimono la loro essenza. Assaporare pietanze cucinate con utensili tipici, testare nuovi sapori, adattarsi agli orari e alla maniera di consumare un pasto, sono semplici modi per conoscere altre culture. Certamente è possibile fare questa esperienza nella nostra città recandosi in ristoranti in cui provare differenti “tipi di cucina”, come quella cinese, indiana, messicana e tante altre ancora.

Ma hanno veramente lo stesso sapore delle pietanze originali?

Sicuramente no! Non solo per gli ingredienti, in quanto talvolta è difficile reperire le materie prime dal paese d’origine in questione, ma anche e soprattutto per l’atmosfera che ci circonda. 

Come dice Pieraccioni nel suo film “Il Ciclone”, parlando della tradizione contadina, noi Toscani siamo abituati a desinare a partire da mezzogiorno e a cenare dalle 19.00. Siamo così tanto avvezzi alla nostra maniera di suddividere la giornata e i pasti che spesso ci sembra strano passare per il centro e trovare qualche turista che mangia un piatto di pasta alle tre e mezzo del pomeriggio o alle sei.

Questo però fa semplicemente parte della cultura dei popoli. Gli Spagnoli per esempio, pranzano intorno alle 14.30 e cenano verso le 22.

Anche la maniera di concepire un pasto è differente. Non è difficile incontrare posti dove poter gustare un piatto, ma sicuramente non è il modo classico di cenare in un locale in Spagna.

Può sembrare curioso, ma qui (ndr. in Spagna) il pasto tipico in un ristorante è concepito come una serie di pietanze dalle dimensioni ridotte (tapas) accompagnate solitamente da quelli che chiamano “picos”, avvero grissini anch’essi in versione più piccola. Tutto ruota attorno all’idea di condividere i vari piatti ordinati e ogni commensale mangia un po’ di tutto ciò che è stato ordinato. 

Cosa bere con questo tipo di pasto?

La scelta solitamente ricade su una “cerveza”, ovvero birra comunemente chiara, oppure tinto, cioè vino rosso. Sicuramente qua il vino non è all’altezza del nostro Chianti, ma è l’ideale per mangiare a tapas.

Certamente per gustare un buon pasto è necessario allontanarsi dai luoghi maggiormente turistici, addentrarsi magari in qualche strada lontano dai monumenti, scovare posti in cui si siedono a mangiare le persone del posto. Una volta trovato un locale così, consiglio di provare alcune semplici, ma squisite pietanze: “ensaladilla”, “adobo”, “chicharron”.

All’inizio può sembrare strano mangiare così, ma non è affatto male. Permette di condividere non solo chiacchiere e momenti, ma anche sapori. E se ancora questo non vi ha convinto, vi dirò che condividere un pasto mangiando tapas è assolutamente economico.