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Lunedì, 14 ottobre, alle 18 nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio il sindaco Dario Nardella consegnerà le Chiavi della città a Richard Gere, attore e attivista statunitense impegnato nella difesa dei diritti umani, come ha dimostrato lo scorso agosto quando si è recato a Lampedusa.

Alla cerimonia era prevista la presenza del Consiglio comunale.  Le minoranze in polemica hanno però hanno annunciato di disertare l’evento. Non parteciperanno il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord.

A fare notizia è soprattutto la posizione del M5S espressa per mezzo dei consiglieri Roberto De Blasi e Lorenzo Masi che accusano addirittura il sindaco PD Dario Nardella “di iniziative del Sindaco rivolte alla realizzazione di spot per l’immigrazione clandestina, rendendo di fatto Firenze capitale mondiale del buonismo radical chic“. Il M5S arriva addirittura ad esprimere l’ironica preoccupazione “che con tutta questa distribuzione di chiavi non si debba essere costretti un giorno a sostituire la serratura delle porte della città!“. Insomma, una presa di posizione pesante contro la decisione del sindaco di Firenze.

Sulla stessa lunghezza d’onda il gruppo in Palazzo Vecchio della Lega che commenta tramite il Capogruppo  Federico Bussolinuna vetrina per Nardella ed una marchetta per le Ong, a favore dei trafficanti di esseri umani. L’Italia e le sue leggi meritano rispetto: Gere, come Carola Rackete, se ne è fregato bellamente, è assurdo premiarlo a nome della città” . Poi attacca: “Avrei preferito che il ricco Richard Gere donasse le chiavi della sua villa per poter ospitare i clandestini, ma evidentemente tutti i buonisti sono bravi col portafogli altrui”.

Interviene anche l’ex candidato sindaco Ubaldo Bocci ad oggi coordinatore del centrodestra in Palazzo Vecchio “Le chiavi della città a Gere sono un gesto da tardiva e demagogica campagna elettorale, non da Nardella che ha sempre preteso di connotarsi per equilibrio e moderazione. Sono una forzatura sovrana contro il parere di quasi tutti i gruppi consiliari. Sono la conferma di una certa idea dello stato diritto in cui la legge è valida se ti piace, e se non ti piace applaudi chi la disprezza. È ciò che ha fatto Gere, uomo apprezzabile per il suo impegno umanitario e attore di livello, ma premiato solo per quella sua sceneggiata al fianco di migranti stanchi e imbarazzati, gratificati da qualche selfie più che dalla soluzione dei loro problemi. Allora mi permetto di dire al sindaco che Firenze non è città chiusa. Anzi è una città del mondo. Ma che le sue chiavi bisogna meritarsele in modo diverso. Con la solidarietà vera, non con i siparietti a telecamere accese“.