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Si chiama Bucolica ed è una piccola fattoria urbana in mezzo al centro abitato di Lastra a Signa, a 10 km da Firenze. Qui Filippo Zammarchi, agronomo appassionato di agri-ecologia, e Riccardo Zammarchi, organizzatore di eventi musicali ed enogastronomici, hanno dato nuova vita ai terreni familiari abbandonati da anni.

Nei mesi scorsi, dopo aver affrontato tutti gli adempimenti burocratici legati all’apertura dell’attività, avevano in in calendario oltre 50 iniziative fra piccoli eventi, visite guidate, corsi e degustazioni.
Poi l’emergenza legata alla diffusione del Covid-19, li ha costretti a riorganizzare le loro priorità, mettendo su un piano di consegne a domicilio per quei prodotti che altrimenti avrebbero rischiato il deperimento.
Adesso dopo tanta attesa sono finalmente pronti a ripartire. Da venerdì 5 giugno Bucolica riapre al pubblico tutti i weekend dalle 16 alle 22, con street food agricolo, brevi passeggiate guidate e vendita diretta.
Nel circolo di Lastra a Signa vengono prodotti in maniera naturale grani antichi, olio di oliva, miele, uova, frutta, erbe aromatiche ed ortaggi. Ma in futuro saranno proposti anche corsi di apicoltura, orticoltura naturale, olivicoltura sostenibile e tante attività per le scuole e per i bambini.
Gli eventi veri e propri ripartiranno appena sarà chiaro il quadro normativo in materia,  ma i fratelli Zammarchi non escludono di recuperarli quanto prima. In arrivo un mercato contadino, la festa del grano e un appuntamento settimanale con la canzone popolare fiorentina.“Durante il lockdown abbiamo messo a punto un sistema di consegne a domicilio che ci ha consentito di consegnare centinaia di kg di farina di grani antichi e lievito madre tra Lastra a Signa e Firenze, supportando così il riscoperto rito della panificazione casalinga durante questa lunga quarantena. Con la riapertura al pubblico il nostro obiettivo è tornato ad essere quello originario, ovvero costruire una relazione con una comunità di persone che si prende cura di ciò che mangia, della natura che la circonda e del proprio territorio. Per farlo c’è bisogno di poter raccontare e mostrare come e dove il nostro lavoro viene svolto” – affermano Filippo (28 anni) e Riccardo (35 anni).

A Bucolica si coltiva secondo i principi dell’agro-ecologia, un’insieme di tecniche e relazioni mirate al mantenimento dell’equilibrio a livello ecologico nell’agro-ecosistema. Un approccio in cui si cerca di lavorare con la natura e non contro, osservando e traendo ispirazione dai sistemi naturali.
Nel frutteto dell’azienda per esempio, viene mantenuto l’inerbimento permanente in alcuni filari ed in altri vengono seminati sovesci di piante mellifere ad alto potenziale di nettare per gli insetti pronubi, come le api che vivono ai piedi dell’impianto. Nell’oliveta pascolano le galline, che fertilizzano e tengono sotto controllo con il loro ruspare i parassiti, in modo naturale. Gli ortaggi e le erbe aromatiche sono coltivate, raccolte e consumate all’interno di un micro-ristorante, per poterne assaporare i sapori dal campo alla tavola.
E poi ci sono i grani antichi, che si susseguono in rotazione nei terreni per non stancare il suolo e diversificare la produzione. Quest’ultimi sono caratterizzati da una taglia molto alta, un’elevata variabilità genetica, e caratteristiche nutrizionali diverse dai grani ormai convenzionali: valori delle proteine del glutine più bassi, presenza di metaboliti secondari come, polifenoli, carotenoidi, tocoferoli e fibre. Tutti elementi responsabili dei profumi e dei sapori, ma che in aggiunta svolgono  un’azione protettiva per la salute umana. Durante la cosiddétta “rivoluzione verde” i grani antichi sono stati soppiantati da nuove varietà più produttive, affermatesi grazie alle moderne tecniche di coltivazione, diserbi, concimazioni minerali e trattamenti fitosanitari. Tutto ciò ha determinato una forte riduzione della biodiversità varietale, tant’è che i grani antichi hanno rischiato e tutt’ora rischiano di estinguersi.

Il messaggio di Bucolica è semplice: “Abbiamo di fronte a noi un’eccezionale occasione per sostenere scelte coraggiose che tutelino l’ambiente, la biodiversità e le comunità locali, fatte da persone consapevoli, piccole attività e piccoli produttori. Non sprechiamola”.