fbpx

Quando si parla di cannabis light, si inquadra una pianta che ha cambiato tantissimo il panorama dei business online in pochi anni. Purtroppo, nonostante sia ormai passato diverso tempo da quando è diventata legale, esistono ancora diversi miti da sfatare quando la si nomina. Quali sono i principali? Nelle prossime righe, ne abbiamo raccolti alcuni tra i più frequenti.

La cannabis light provoca effetti psicoattivi

Quando si pensa alla cannabis, la prima immagine che viene in mente è quella del classico ‘fattone’. Bene, è il caso di prendere una bella spugna e di eliminare tutto. La cannabis light legale, infatti, è nota proprio per non essere uno stupefacente.

Il motivo è legato al fatto che, per essere commercializzabile e consumabile senza problemi, deve essere caratterizzata da una percentuale di THC, il principio attivo psicoattivo per eccellenza, non superiore allo 0,2. Dal momento che si tratta di una soglia non facile da mantenere, il legislatore ha previsto un minimo di tolleranza. Per questo, si può parlare di cannabis legale anche in presenza di una percentuale di THC pari allo 0,6.

La cannabis legale è un mercato di nicchia

Certo, quando si parla di cannabis legale si inquadra ancora un mercato che deve crescere se confrontato ad altri. Definirlo di nicchia, però, non è così corretto. Non dimentichiamo infatti che, dati alla mano, la cannabis legale è un settore che dà lavoro a circa 10mila persone e che cuba un fatturato di diverse decine di milioni di euro.

Cannabis legale significa per forza fumo

Anche in questo caso, parliamo di un luogo comune molto radicato quanto importante da sfatare. La cannabis light legale non è sinonimo di persona che fuma per svagarsi. Ci sono le infiorescenze – se vuoi cercare qualche informazione in più in merito a questi prodotti puoi trovare specifiche utili su questo sito – scelte spesso da chi ha già esperienza con il consumo di cannabis, ma anche numerosi altri prodotti. Giusto per ricordarne alcuni, è bene fare riferimento all’olio di CBD o cannabidiolo. Questo principio attivo può essere definito come una sorta di cugino non psicoattivo del THC.

Anzi, riesce addirittura ad attenuarne gli effetti. Non a caso, è contraddistinto da una piacevole efficacia rilassante che ha reso popolarissimo l’olio. Chi ha intenzione di consumare il CBD nella sua forma più pura, può fare riferimento anche ai cristalli, che possono essere sciolti sotto la lingua o, a scelta, vaporizzati.

La cannabis legale è difficile da trovare

Se magari il growshop che aveva aperto sotto casa ha chiuso i battenti, non bisogna certo pensare che sia difficile trovare la cannabis legale. I negozi sopra ricordati sono numerosi. Altrettanto si può dire per gli e-commerce che, negli ultimi mesi, hanno visto un aumento notevole delle richieste di informazioni e soprattutto dei fatturati dei carrelli.

La cannabis light legale ha proprietà mediche

Non bisogna confondere la cannabis legata alla Legge 242/2016 con quella terapeutica, che rimane un punto di riferimento centrale quando si ha a che fare con patologie come l’epilessia, il cancro o per meglio dire la chemioterapia e il dolore cronico. In questo caso, il riferimento normativo risale a dieci anni prima rispetto alla legge sopra citata, ossia al 2006.

La cannabis light provoca effetti collaterali

Assolutamente no: al di là della mancanza di effetti psicoattivi, la cannabis light legale è tollerata alla perfezione nella quasi totalità dei casi. Nessuno vieta di chiedere consiglio al proprio medico curante prima di iniziare ad assumerla, giusto per stare tranquilli.

La cannabis light non può essere data agli animali

Anche in questo caso si tratta di un’affermazione falsa: esistono infatti prodotti ad hoc a uso veterinario, utili per esempio quando è necessario attenuare gli stati d’ansia dell’animale.