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Maurizio Colombi “L’uomo delle caverne” al Puccini di Firenze | INTERVISTA E FOTO

 

Il sorprendente artista renderà comico, romantico e pieno di riflessioni l’eterno rapporto di scontro e incontro fra uomo e donna

Maurizio Colombi, personaggio alquanto apprezzato dalla critica e amato dal pubblico, si esibirà il 25 gennaio al teatro Puccini di Firenze per l’ottava replica di Caveman nella versione italiana, diretta da Teo Teocoli.

Il testo originale scritto da Rob Becker, frutto di tre anni di ricerche sociologiche, psicologiche, preistoriche e antropologiche, è stato tradotto e adattato da Maurizio Colombi, il quale ha ottenuto nel 2012 il premio Best Caveman World.

Il format che ha riscosso successo in Italia e all’estero è più di una semplice rappresentazione, è un vero fenomeno sociale. Al suo interno si ripercorre il rapporto di coppia, ora romantico ora conflittuale, in cui ogni spettatore non può fare a meno di  identificarsi, confrontarsi e riflettere.

Maurizio, sei un artista poliedrico. Quali sono i modelli, i maestri che hanno influenzato la tua formazione?

Ho avuto la fortuna pazzesca di lavorare con Piero Mazzarella. Ero stato scelto e frequentavo l’Accademia Filodrammatici di Milano ma ho rinunciato per andare direttamente sul palco. Non ero un buon studente! Con Piero, il grande attore milanese – forse tra i più grandi – ho avuto la possibilità di recitare tre commedie al giorno. (…) È stata una palestra enorme, che mi ha permesso di fare una bella esperienza. Al tempo stesso nutrivo la passione per la musica. I due aspetti si sono fusi e sono arrivato al musical come genere teatrale. Mi piace molto anche la prosa, il cabaret, tutto ciò che è spettacolo e teatro. Ho iniziato così a far le regie degli spettacoli dei musical ed ho avuto molta fortuna: alcuni spettacoli sono andati molto bene…

Come Peter Pan o Rapunzel?

Sì! Anche i Gormiti, Christmas show, Heidi hanno tutti avuto successo. Magari sono arrivati nel modo giusto al momento giusto!

Degli spettacoli di cui hai firmato la regia a quale sei maggiormente legato?

Mi piacciono tutti, ma, il preferito in assoluto è I Promessi Sposi Show: uno spettacolo realizzato con un cast di 12 persone, cantato, ballato, ironico non comico, con le componenti– che a me piacciono – della commedia dell’arte. Sicuramente è il più bel musical che ho fatto. La Divina Commedia chiaramente mi piace, ma le rappresentazioni family sono il fiore all’occhiello. Peter Pan infatti è stato il musical più premiato: ha ricevuto il Premio Gassman, il Riccio d’Argento e il Biglietto d’oro Agis. Sono affezionato anche a Rapunzel, dove recita Lorella Cuccarini, artista che io amo tanto.   Con lei sto preparando con lei Turandot-La Principessa di ghiaccio.

Il momento più emozionante della tua carriera?

Sicuramente la prima volta che ho fatto una commedia, con Piero Mazzarella. Ero davvero emozionato. Un altro momento coinvolgente è stato quando ho iniziato ad interpretare Caveman, il mio one-man show. È stata una sfida che davvero ho voluto. Caveman ha un testo pazzesco, che ho avuto la possibilità e la fortuna di rielaborare. Nel 2012 ho vinto il Miglior Caveman nel mondo. Ho costruito una regia e l’ho confezionato in un modo particolare. Adesso in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna è riprodotta la mia regia. Il testo originario durava 40-50 minuti. Io l’ho portato ad essere uno spettacolo di un’ora e mezza con la band ed altri elementi.

Si divertono più le donne. Gli uomini lo fanno per induzione: siamo un po’ più trogloditi, se vediamo che ridono lo facciamo anche noi. Per noi è un po’ più faticoso ridere!

Alcune delle gag più divertenti?

Lo spettacolo non è soltanto comico! Ha un messaggio bellissimo: l’uomo e la donna sono due creature con valori estremamente diversi e quando sono uniti creano un legame più forte di due individui. L’uomo da solo è poca cosa; la donna, invece, è più forte ma è sempre poca cosa. Dunque ci completiamo a vicenda. Caveman per il suo messaggio quasi commuove. È un inno alla famiglia, erige un monumento alla donna, giustifica l’uomo che è rimasto un passo indietro.

Caveman è diventato un vero e proprio cult. A Firenze lo spettacolo è giunto all’ottava replica. Com’è l’interazione con il pubblico fiorentino?

Il pubblico di Firenze è pazzesco! Sai, quando sono in tournée con Caveman, non essendo molto famoso come attore, dicono: “Chi è questo che fa Caveman? Non è Brignano, Siani, non è un comico nazionale”, però ho un passaparola formidabile e adesso il teatro è pieno. Questo per me è oggetto di orgoglio. A Milano ci sono state 250.000 persone, l’evento è sempre sold-out.

Come è essere diretti da Teo Teocoli?

Beh, io e lui eravamo in società, essendo Teo alla sua prima esperienza di regia teatrale. Abbiamo lavorato un po’ sul testo ed io ho fatto un po’ di regia al suo spettacolo. Abbiamo fatto uno scambio. Quando ci siamo visti il primo giorno mi ha chiesto: “Sono io che devo fare la regia a te, o io devo fare lo spettacolo?. In questo caso, lui ha diretto la regia, ha “milanizzato” un po’, inserendo delle battute, delle esperienze personali con moglie e famiglia.

Un bravo attore quali qualità deve avere?

Deve essere un attore! Vedendo tanti ragazzi alle audizioni, oggi prevale molto la tecnica. D’altronde siamo abituati a vedere X Factor, Amici, persone che studiano incessantemente. In teatro conta essere attore. Se sei, per esempio, Totò hai già vinto, se non lo sei, ma studi tanto, puoi diventare solo bravo.

Devo dire che in questi ultimi anni mi sono ricreduto. Prima dicevo: o si è attori o è difficile scardinare il sistema. In realtà, ci sono persone che crescendo, maturando sul palco, diventano bravi anche se non lo sono di natura.

Nell’orizzonte lavorativo quali sono i tuoi progetti futuri?

Il 2 Marzo al teatro Brancaccio di Roma sarò presente con il musical Turandot in cui Lorella Cuccarini sarà la Principessa di ghiaccio. Ho scritto un testo completamente nuovo, con canzoni inedite tranne Nessun Dorma.

Continuerò a portare in giro I Promessi Sposi Show e Dante’s musical. A Maggio debutterò con un musical, scritto da me, su Elvis, una mia grande passione. Sono cintura nera di Elvis Presley, per cui ho scritto la sua storia in chiave musicale, una sorta di Jersey Boys però su Elvis!

Ascolta l’intervista integrale a Maurizio Colombi

Il sito web ufficiale di Maurizio Colombi:

www.mauriziocolombi.com