“Sgarbi arriva a Firenze sull’onda dei successi raccolti su altri palcoscenici d’Italia”
Vittorio Sgarbi farà tappa a Firenze per mettere in scena il suo spettacolo su Caravaggio. Un lavoro che esalta ed attualizza l’artista che ha già riscosso molto successo in giro per l’Italia.
Ecco la nostra intervista:
Caravaggio artista rivoluzionario tra il 500 ed il 600 dalla “Vocazione di S.Matteo” al “David contro Golia” in cui l’artista rappresenta se stesso nelle vesti di Golia. Perché ha scelto Caravaggior Professor Sgarbi?
Il mio spettacolo prende le mosse da due miei libri recenti, il primo si intitola“ Il punto di vista del cavallo” il quale, parte dal dipinto di S. Maria del Popolo a Roma, che rappresenta la rivoluzione nella concezione delle figure dell’uomo e del cavallo. Il secondo volume,“Dal cielo alla terra”, rappresenta il passaggio da Michelangelo a Caravaggio, nella scelta di uno spazio che è quello celeste per Cristo nel Giudizio universale e quello che sta a terra nel personaggio di Saulo. Da questi testi ho tratto gli spunti per la sceneggiatura dello spettacolo in cui racconto le occasioni, la vita, le invenzioni e le rivoluzioni di Caravaggio in parallelo con Pasolini. Il nesso avviene attraverso un procedimento suggestivo perché la posizione di Pasolini non è affine solo dal punto di vista teorico ma è connessa alla riscoperta di Caravaggio che avviene attraverso Roberto Longhi che insegnò, negli anni 40 allo stesso Pasolini. Quindi nel 1951, è lo stesso Longhi a sovvertire lo schema del primato fiorentino sostituendolo con un lombardo in una mostra a Milano da cui parte la fortuna di Caravaggio il tutto accade nello stesso periodo in cui Pasolini partorisce i “Ragazzi di vita”. Il collegamento si basa sui riferimenti storici oltre che ai personaggi pasoliniani derivati direttamente da quelli caravaggeschi.
A Firenze abbiamo visto le opere di Jeff Koons posizionate in vari punti della città, ad Arezzo la fortezza medicea ha ospitato “il Sogno di Theimer” da lei stesso ha patrocinato. Come vede l’integrazione di queste opere moderne in strutture urbane storicamente rilevanti?
In realtà, oltre a Theimer, ho curato un’altra importante mostra focalizzata, attraverso le opere di Gaetano Pesce, sulla figura della donna. L’iniziativa ha avuto luogo proprio a Firenze ed ha conquistato grande risalto per via della scultura posizionata in piazza Santa Maria Novella. La scultura ospitata a Firenze e titolata “Maestà tradita” è un’opera inedita dell’artista che si è ispirato alla “Maestà” cristiana per rappresentare una monumentale figura di donna. Quest’opera ha determinato inutili polemiche anche per il fatto di non aver raccolto il compiacimento dello star system che ha contornato l’iniziativa di Koons. Come si mette la scultura di Koons in uno spazio solenne come Piazza della Signoria si mette un’altrettanta importante struttura di Pesce in piazza Santa Maria Novella. Entrambe le opere hanno il pregio e producono “valore” sul territorio proprio grazie alla loro transitorietà.
Firenze e turismo di massa, cosa ne pensa del numero chiuso come proposto dal governatore Zaia per Venezia?
Venezia come Firenze è ricca di percorsi storico artistici rilevanti e meritevoli di maggiore attenzione. Il numero chiuso sarebbe un errore gravissimo perché queste città possono sopportare l’affluenza di turisti purché non siano concentrati sui percorsi battuti da tutti. La soluzione al sovraffollamento è quella di indirizzare i turisti senza usare tasse, contingentamenti e vari balzelli verso zone diverse della città . Quello che dice Zaia è dedicato ad un modello di turismo ristretto e quindi sbagliato poiché focalizzato solo su luoghi limitati senza puntare a far conoscere le varie sfaccettature del patrimonio storico artistico delle nostre città.
L’arte è un bene diffuso a livello territoriale ma con tanti luoghi di nicchia e si parla spesso di arte come “petrolio dell’italia”. Secondo lei, partendo da quanto fatto sul Lago d’Iseo con Floating Piers, perché alcuni territori dovrebbero utilizzare degli eventi trampolino per acquisire visibilità?
L’installazione di Christo per quanto formidabile e potentissima non è stata gestita in modo tale da esaltare il territorio nella sua totalità. Si è preferito portare il flusso di persone solo verso la struttura senza far conoscere le opere di Lorenzo Lotto, del Romanino o di Canova a Lovere. Ad un anno esatto dal premio conferito a Christo sarò premiato a Pisogne proprio grazie a queste mie osservazioni che hanno avuto il merito di dare risalto a zone altrimenti emarginate dall’attenzione mediatica verso l’evento.
A Prato, a due passi da Firenze, abbiamo il museo di arte contemporanea Pecci. Come valuta la struttura e l’operato del direttore Cavallucci con cui aveva concorso per la direzione della struttura ?
Il Pecci attuale è un fallimento storico rispetto alla meravigliosa impresa che fu la prima a stabilire un nesso tra privati e pubblico anche se quest’ultimo ormai interviene per compensare l’assenza dei primi. Il museo Pecci potrebbe essere una macchina magnifica ma è appesantita; poiché potrebbe essere il più importante museo d’arte contemporanea in Italia. Attraverso il piano di marketing e di rilancio del luogo che avrei tentato, ma che Cavallucci non è riuscito a fare; potrebbe diventare addirittura il museo di Firenze non solo di Prato. Il museo risulta penalizzato anche da una linea culturale legata ad un mondo di ripetizioni coattive rispetto alle grandi possibilità di inventare qualcosa di nuovo.