Non sarà forse il caso di Firenze e della Toscana, dove il PD mostra ancora notevole radicamento, pur dovendosi misurare con la scissione con la sinistra qui rappresentata dal presidente della Regione e dove, al netto delle elezioni comunali dove il centrodestra ha dato dimostrazione di esistere, resistere e molto spesso, perfino di crescere e di vincere, ma su scala nazionale i cittadini interpellati per i sondaggi mostrano come si stiano sensibilmente allontanando dai due principali partiti politici, PD e Cinquestelle.
LA RIPRESA DI FORZA ITALIA
Lo scontro frontale tra Renzi e Grillo ha animato mesi e mesi di dibattiti in Parlamento e talk-show televisivi, tra il Movimento Cinquestelle e il partito dell’ex-Sindaco di Firenze. Forse annoiando, tra liti e insulti incrociati. E mentre il populismo di destra o anti-europeo non sfondava nè in Olanda, nè in Francia, nè in Gran Bretagna nelle ultime e più significative elezioni politiche, anche in Italia la Lega, pur cresciuta grazie alla vivace leadeship salviniana, si è presto stabilizzata, facendo registrare, invece, una ripresa di Forza Italia.
BERLUSCONI E IL PROPORZIONALE
Che non sia possibile il colpaccio di un sempreverde leader azzurro nessuno è più pronto a scommetterci. Si susseguono, in Parlamento e nel partito, continue adesioni giust’appunto alla formazione dell’ex-Cavaliere, che, avendo ripreso una certa centralità nel dibattito politico dopo il referendum del 4 dicembre e, soprattutto, nelle trattative per la nuova legge elettorale (che, col proporzionale, lo avvantaggerebbe non poco), torna a recitare una parte da protagonista che gli appartiene da 23 anni a questa parte.
SILVIO “TERZO INCOMODO”
Malgrado l’avvicinarsi del suo 81esimo compleanno, il leader di Forza Italia sembra sempre più prossimo a impersonale il “terzo incomodo”, quello pronto a vestire i panni di chi è pronto a raccogliere la sua stessa eredità tra i due litiganti Renzi e Grillo. Un partito unico del centrodestra è dato attorno al 30%, mentre PD e Cinquestelle sembrano contendersi percentuali analoghe, ma lievemente inferiori. In altre parole, Berlusconi è ancora vivo: il centro dell’elettorato potrebbe guardare di nuovo a lui.
Non li ha più avuti da alcuni decenni a questa parte, ma Berlusconi, si dice, sia lì a leccarsi i baffi.