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Nonostante le previsioni meteo non promettessero niente di buono, i fan di questi due attesissimi gruppi musicali non si scoraggiano e riempiono per la seconda sera consecutiva Piazza Duomo

Diversamente da quanto è scritto sul biglietto, il concerto inizia prima con Le Luci della Centrale Elettrica che salgono sul palco con, addirittura, 5 minuti di anticipo e il pubblico saluta il cantante urlando “Vasco, Vasco!”.

Per Vasco, questa non è la sua prima esibizione a Prato. Aveva infatti già suonato al capanno Black Out, ma sicuramente la location di Piazza Duomo avrà anche per lui tutto un altro sapore.

Una scaletta per far sognare il pubblico

Il cantante cambia improvvisamente la scaletta del concerto, ma il pubblico non si fa cogliere alla sprovvista e, preparatissimo, segue Vasco mentre canta “A Forma di Fulmine”.

Vasco chiama poi sul palco Rodrigo d’Erasmo che mostra tutto il suo talento suonando egregiamente il violino.

E mentre il cantante intona “Sei più bella la sera quando sei stanchissima”, l’atmosfera della serata si fa più romantica.

Per salutarci, Vasco sceglie una canzone di dieci anni fa, tra le prime che ha scritto, “Piromani” e si esibisce rimando solo sul palco.

La musica si movimenta infine con l’ultimo pezzo, “Nel Profondo Veneto”,  che segna la fine della performance de Le Luci della Centrale Elettrica.

Adesso che il pubblico si è già scaldato, Le Luci della Centrale Elettrica, dopo un breve cambio di scena, lasciano il posto sul palco al secondo gruppo della serata, gli Afterhours.

Un concerto da grandi rock star

È il turno di Manuel Agnelli e degli altri musicisti che, fin da subito, dominano il palco atteggiandosi da vere rock star.

Il cantante fa cenno con il dito al pubblico di fare silenzio prima di accordare le prime note di “Male di Miele” e basta questo per mandarlo in delirio.

Nonostante mantenga il suo stile rock con pantaloni attillati bianchi, giubbotto di pelle nera e anfibi, è ben lontano dalla pacatezza contenuta che sfoderava in veste di giudice di X Factor.

Poi con i rumori metallici del tamburello, parte “Il Sangue di Giuda”. Il pubblico non si vergogna ad alzare le mani al cielo e, con lui, anche le luci del palco sembrano impazzire e seguono l’andamento rock che la band sprigiona dalle chitarre.

Manuel ringrazia il pubblico di essere lì e ammette che questo è un tour speciale, perché il gruppo si esibisce in canzoni che da tempo non eseguivano ed è con questa confessione artistica che introducono il prossimo pezzo, “Il Paese è Reale”.

La chitarra degli Afterhours donava meravigliosi brividi

La folla poi, presa dall’entusiasmo, salta sulle note di “Riprendere Berlino” e non mancano i virtuosismi con la chitarra che caratterizzano la performance degli Afterhours.

“In questi anni ho fatto di tutto per fare quello che volevo che alla fine mi sono scordato che cos’è quello che volevo”, afferma Agnelli durante la serata e continua a scatenarsi sul palco fino a che non è ora di chiudere e lo fa con il pezzo “Non voglio ritrovare il tuo nome” aggiungendo che è sempre doloroso chiudere qualcosa.

Grazie Le Luci della Centrale Elettrica e Afterhours, avete risvegliato Prato per una sera.