Da Novembre 2017, Stefano Masciarelli insieme a Patrizia Pellegrino e Luigi Tani, danno vita ad una commedia scritta da Iaia Friastri, che ha lavorato per oltre 30 anni al fianco di Garinei e Giovannini, dal titolo Una Moglie da rubare per la regia di Diego Ruiz e che per quest’anno farà la sua ultima tappa al Teatro Dehon di Bologna. Per cui la nostra redazione, essendo a conoscenza della predilezione di Stefano per la Toscana e per Firenze nello specifico, ha deciso, visto che per quest’anno non vi è stata l’opportunità di averlo nuovamente ospite a Firenze, di andare in trasferta nella città emiliana, per abbracciare un artista che ha riservato sempre tanta simpatia al suo pubblico, che lo ama e lo segue con partecipazione.
Caro Stefano, ciao e bentrovato. Allora vorresti raccontarci la trama di questo spettacolo che porti in scena con Patrizia Pellegrino? E il prossimo anno sarete qui a Firenze?
Ciao Angela, che piacere sentirci! Dunque con la tappa di Bologna concludiamo questa stagione ma la prossima, per il momento, abbiamo come tappe la Sicilia, per ora la tappa di Firenze non c’è ma non si può dire magari i produttori allargheranno il giro, per cui ci auspichiamo di fare tappa a Firenze. Allora la commedia è molto frizzante e spumeggiante, poi si tratta di una commedia che porta la firma di Iaia Fiastri, una grande firma del teatro italiano che è stata una delle più grandi collaboratrici di Garinei e Giovannini al Sistina di Roma. Ed è stata scritta con un sapore degli anni ottanta, infatti l’ambientazione è quella degli anni ottanta. La trama per i tempi di oggi è piuttosto insolita, perché tratta di una tematica tipica degli anni ottanta, ovvero i rapimenti, che in quegli anni non erano insoliti. Io interpreto un imprenditore, caduto in disgrazia economica a cui rapiscono la moglie e chiedono un riscatto di un miliardo di lire, ma essendo decaduto non ho la possibilità economica di poterlo pagare e allora a mia volta rapisco la moglie di un imprenditore concorrente, a cui gli affari vanno bene. Per cui c’è tutto un intreccio, una storia d’amore, c’è la famosa sindrome di Stoccolma, ed è anche presente una crisi dettata dai lunghi anni di matrimonio e si scopre che tra me e mia moglie e tra la moglie di quell’altro imprenditore, non c’è più nulla da dire, allora si scoprono questi falsi discorsi tra queste due coppie che a parole dicono di amarsi ma è tutto un mitizzare dei rapporti che vanno avanti per scommessa e poi, il finale sarà a sorpresa…
Stefano te sei stato uno dei storici mattatori televisivi, per esempio cito Domenica In. Per cui come la vedi la tivù di oggi e a cosa invece ti piacerebbe ritornare?
Eh, purtroppo oggi non ci sono più le premesse per una televisione che ho fatto! Io tornerei al vecchio Varietà che purtroppo non esiste più ma che ha caratterizzato i nostri anni, con ospiti internazionali, nazionali, ballerine, registi autori di un certo livello e spessore.
Oggi c’è una televisione che punta troppo alla lite e al nulla, oggi si dedicano prime pagine ad un tronista che ha detto “No” a una ragazza, ora senza nulla toglie al tronista e ai tronisti e a chi fa quelle trasmissioni, ma non è cultura, stiamo parlando del nulla. Prima sulle riviste andavano le principesse, le regine e i grandi attori e le grandi attrici, andavano in prima pagina Brigitte bardoto o Sofia Loren . Per cui c’è una grandissima crisi, sia al cinema che in televisione. Lo vedi anche tu, oggi ti fanno andare in televisione, ti ospitano e ti dicono che devi attaccare, litigare… ma di che parliamo!
Allora Stefano in ultima battuta, ci farebbe piacere che tu salutassi il pubblico di Firenze che senza dubbio avrebbe piacere di rivederti e di vedere questa piacevole e ironica commedia. Magari ci dici cosa è per te Firenze.
Io son venuto tante volte al Teatro Verdi e non ultimo due anni fa e spero che per la prossima stagione possa ritornarci, sperando si mettano d’accordo i produttori, se non al Verdi, magari in un altro Teatro, sarebbe bello per me. A noi va bene tutto, perché Firenze è una città che si fa sentire, c’è quel Centro Storico che è da paura, di una bellezza imbarazzante, senza andare sul cibo e sulle bellezze femminili, su queste ultime stiamoci zitti… limitiamoci al cibo e all’architettura!
Un grazie di cuore a Stefano Masciarelli, che è stato ed è un uomo e un artista,disponibile, di una simpatia e galanteria più unici che rari, di cui oggi se ne sente davvero la mancanza.