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A Firenze nella scuola Media Paolo Uccello i genitori protestano perchè le classi presentano una maggioranza di alunni stranieri rispetto agli Italiani. Parte la protesta. Reagisce la Preside. La polemica aumenta.

I Fatti

In questi giorni si è alzata forte una polemica che aveva già avuto spazio nel nostro Paese, quella sulla composizione delle classi. Se una volta si polemizzava sulle classi troppo grandi per numero di alunni, adesso la critica si sofferma sulla tipologia degli alunni e sulle loro origini. Troppi stranieri in classe. Pochi italiani in proporzione!

Eccoci al caso del momento la scuola Media Paolo Uccello di Firenze, situata presso il Quartiere delle Piagge zona ad alto tasso di cittadini stranieri di ogni provenienza. Ebbene i genitori di questa scuola facente parte dell’Istituto Comprensivo Gandhi, hanno da ridire su come ormai singole classi presentino 14 stranieri e 5 italiani.

Troppi pochi restano gli alunni di origini “tricolori” e aumentano a vista d’occhio ormai quelli con origini asiatiche, arabe e slave. La composizione delle classi per il prossimo anno ha gettato nel panico le famiglie italiane che anche su facebook hanno deciso di sfogare la loro rabbia per la malagestione del sistema scolastico e della Preside.

la Protesta corre sul web

Si puo’ leggere sulla pagina denominata “la voce del Quartiere” molti “babbi” e mamme come definiscano la situazione “paradossale” sostenendo “come faranno i figli ad imparare?”.

Ed i dubbi dei genitori non sono per nulla sbagliati anni fa il Ministro dell’Istruzione del Governo Berlusconi MariaStella Gelmini, tanto contestata ma invece molto coraggiosa, prevedendo il rischio dell’aumento spropositato in Italia di alunni stranieri pensò bene nel 2010 di parlare in questo modo del problema: ” la presenza di alunni stranieri nella scuola italiana non è certo un problema di razzismo ma un problema soprattutto didattico» aggiungendo come spesso nel dibattito sul tema ci si è divisi «agitando una ingiustificata polemica di tipo ideologico».

«La scuola deve essere il luogo dell’integrazione. I nostri istituti  sono pronti ad accogliere tutte le culture e i bambini del mondo. Alla stesso modo la scuola italiana deve mantenere con orgoglio le proprie tradizioni storiche e insegnare la cultura del nostro Paese» .

Il Ministro Gelmini ed il Tetto agli alunni stranieri

Contemporaneamente l’allora Ministro Gelmini impose come soluzione immediata il “Tetto del 30% per gli alunni stranieri nelle classi.  Il limite del 30% potrà essere innalzato a fronte della presenza di alunni stranieri (come può frequentemente accadere nel caso di quelli nati in Italia) già in possesso delle adeguate competenze linguistiche. “

Queste secondo noi furono scelte giuste.  Non si coglie mai la bontà di un ragionamento paterno o materno che vuole che loro figlio/figlia cresca al meglio. Subito si calvalca l’astio ideologico.

Ed allora ecco le parole della Preside «Allarme ingiustificato, la maggior parte di quegli alunni ha fatto le elementari qui, questa scuola fa vera integrazione». Ma chi ha detto che la scuola non svolge il suo ruolo/impegno? Certi professori hanno difficoltà ad accettare critiche visto che loro forse nascono come diciamo a Firenze “imparati”.

Treccani

L’integrazione secondo noi deve prendere spunto realmente dal verbo integrare. Integrare dice il vocabolario Treccani “Completare, rendere intero o perfetto, supplendo a ciò che manca o aggiungendo quanto è utile e necessario per una maggiore validità, efficienza, funzionalità”. Ecco come si può rendere INTERO e PERFETTO (cit. Treccani) qualcosa, supplendo ai problemi  esistenti, se gli insegnanti sono i primi che arrivano a chiudersi a riccio davanti ad ogni concertazione logica?

Il “Caso” della Scuola Media “Paolo Uccello” solleva ancora una volta l’annoso problema: si puo’ parlare di stranieri senza essere bollati come fascisti o razzisti? I genitori che alzano la voce con il Dirigente Scolastico (preside) fanno prevenzione non distinzioni. Nessuno giudica i bambini o  i ragazzi se siano piu’ o meno bravi o se parlino di già “fiorentino”. Stupidate!

Sorrisi e pazienza

Piuttosto, riprendiamo in esame l’organizzazione delle classi con dei “tetti” o delle “quote” di studenti stranieri realmente fissati e rispettati e forse cercando una mediazione consona e proporzionata alle realtà finalmente scuola e famiglie ritroveranno il sorriso. Non ci vuole molto. Basta avere la pazienza di venirsi incontro.