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E’ sempre più complicato e tortuoso il percorso che, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale fiorentina, avrebbe dovuto portare all’individuazione dell’area e alla realizzazione in tempi più o meno brevi del luogo di culto per i fedeli musulmani

Dalle rive dell’Arno a una soluzione in alto mare

Il dibattito nel capoluogo toscano è molto acceso, ma, al di là delle aperture e delle dichiarazioni d’intenti, Comune e Regione non hanno ancora trovato ‘la quadra’: inizialmente la prima moschea fiorentina doveva sorgere sulle sponde dell’Arno, zona Firenze Sud, poi la situazione si è (irrimediabilmente?) arenata, subendo un’improvvisa battuta d’arresto: oggi appare in alto mare.

Ipotesi Villa Basilewsky: no anche dal PD in Regione

Recentemente, poi, un’ipotesi che avrebbe dovuto prevedere il cambio di destinazione d’uso dell’immobile, per portare il centro di preghiera a due passi dalla Fortezza da Basso, niente di meno che in una storica dimora fiorentina: Villa Basilewsky. Sono stati (inaspettatamente?) i consiglieri regionali del PD, praticamente i “Renziani” a sfilarsi, se non a mettersi di traverso, e impedire quello che dai banchi del centrodestra era considerato uno “scempio”.

In mille, anche sul marciapiede, ancora a Borgo Allegri

Una soluzione “avventata”, quella di Villa Basilewsky, anche per molti residenti della zona, certamente non condivisa da un percorso partecipativo. Prima o poi una decisione definitiva, però, andrà pur trovata: la numerosa comunità musulmana fiorentina (oltre un migliaio di persone) non entra più nel centro di preghiera in Borgo Allegri, in pieno centro storico, vicino a Santa Croce, tanto che molti di loro, pur organizzandosi a turni, sono costretti a pregare stando sul marciapiede. Per questo, da tempo, l’imam fiorentino, Izzedin Elzir, chiede soluzioni (anche temporanee) per porre fine a questo disagio.

Il Comune aspetta proposte, per poi decidere

Spetta alla comunità islamica trovare il terreno, poi l’amministrazione comunale vedrà cosa e come fare” ha detto più volte il sindaco Nardella, da sempre in prima linea per una Firenze aperta all’idea di un vero e proprio ‘tempio dell’Islam’. In Borgo Allegri i musulmani si ritrovano in un ex-garage: ecco perchè anche una soluzione-tampone è invocata dall’imam, al fine di trovare un luogo di preghiera per tutti quei musulmani che desiderano farlo in sicurezza e comodità. Palazzo Vecchio è disponibile al dialogo, nel rispetto della libertà di culto (su questa linea anche la Curia con l’arcivescovo Betori).

Per il centrodestra serve una legge nazionale e l’imam rassicura

In città non ci sono vere e proprie barricate, al di là delle posizioni espresse dal centrodestra, della destra in particolare, ma anche da rappresentati di Forza Italia come il segretario comunale e vicepresidente del Consiglio regionale Marco Stella che scrive: “No a Villa Basilewsky, no a soluzioni temporanee, serve una legge nazionale”. L’imam, oltre a sgombrare da sospetti di infiltrazioni di finanziatori privati di dubbia provenienza, garantendo la massima trasparenza, rivela che i terreni potenzialmente disponibili sono offerti da “fiorentini doc, anche cattolici”.

Chissà se le elezioni alle porte (politiche e regionali) contribuiranno positivamente, da una parte o dall’altra, a rimediare a tutti questi ritardi e rinvii: l’impressione è che una soluzione non sia alle porte e che si tratti, anzi, dell’ennesimo ‘balletto’ che contribuirà ad infiammare il dibattito politico. Quasi costruito ad hoc.

Andrea A. Bonacchi