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Vittoria netta, ma forse non dilagante come nelle intenzioni dell’ex-premier, quella di Matteo Renzi alle primarie dei Circoli del PD: pare non ci siano proprio chance per gli avversari, il ministro della giustizia, Orlando, e il presidente della regione Puglia, Emiliano. Renzi sarebbe intorno a 2 elettori su 3, Orlando 1 su 4, mentre è ampiamente al di sotto delle sue aspettative il risultato del vulcanico governatore pugliese che non andrebbe oltre il 7% Renzi ha fatto cappotto a Firenze e nel resto della Toscana

RENZI HA IL DOPPIO DI VOTI DEI SUOI AVVERSARI

Se le vere e proprie primarie si terranno il 30 Aprile, la prima fase ha chiuso con il comunicato della Direzione nazionale che assegna a Renzi oltre 140mila voti, a Orlando poco più di 50mila, a Emiliano soltanto 13mila. Ovvero: il segretario uscente avrebbe più del doppio dei voti dei suoi due avversari. Malgrado questo, c’era chi dice che avrebbe preferito una vittoria-bulgara, del 70/75%: un risultato che un grande comunicatore come l’ex-sindaco di Firenze potrà però “rivendere” come segnale di apertura e democrazia interna.

LITE SU AFFLUENZA E PERCENTUALI CON ORLANDO

La corsa da qui al 30 Aprile, seppur segnata, appare ancora lunga e molto distante la pacificazione interna perchè Orlando ha aperto una vera e propria guerra dei numeri  ritoccando a suo favore i dati ufficiali assegnandosi il 30%, con Renzi poco sopra il 60 e Emiliano all’8% A ben vedere, quasi dettagli, pochi punti percentuali discostano questi dai dati della mozione-Renzi. L’affluenza al voto degli iscritti ai Circoli PD tra il 55 e il 60% (numero con forbice ampia perchè sarà materia del contendere per giorni e giorni), comunque sopra la metà degli aventi diritto, tale da legittimare uno qualunque dei due risultati, quale che sia.

SI APRE LA SFIDA VERA, QUELLA DEL 30 APRILE: RISCHIO DISTURBATORI

Se finora hanno potuto votare solo gli iscritti ai Circoli del PD e, punto più, punto meno, Renzi ha staccato i suoi competitori, tutt’altra partita è quella che si giocherà a fine mese: il 30 Aprile infatti, alle primarie nazionali, tutti potranno votare, iscritti o non iscritti al PD, elettori o meno del centrosinistra. E’ l’insidia delle cosiddette “primarie aperte”: l’incognita legata alla possibile partecipazione al voto di “disturbatori” che (teoricamente) potrebbero ribaltare il risultato. Perchè se elettori di fede Dalemiana, Salviniana e Grillina, anche in lieve misura, andranno a votare, il risultato potrebbe fotografare una realtà diversa. Altamente improbabili affluenze di massa o comunque oltre certi limiti fisiologici: pur senza mettere in crisi l’esito finale (ovvero la rielezione di Renzi alla guida del PD), partecipazioni “esterne” e indesiderate potrebbero influenzare alcuni equilibri. E la guerra delle percentuali ne trarrebbe altra linfa.