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Non solo Renzi, la Boschi e la carica degli altri Toscani: il PD è, ancora di più ora con la lista dei membri della nuova Direzione nazionale, ancora una volta a trazione fiorentina e “granducale”. Ma c’è di più: è un partito che guarda sempre meno a sinistra e apre ai ventenni

MA QUANTI TOSCANI

Sono 21 i Toscani nella Direzione Nazionale del PD, dei quali 6 membri di diritto (in funzione, cioè, delle cariche ricoperte) e 16 eletti (in funzione della loro candidatura nelle liste della mozione di partito), sui 160 membri. Fanno notizia due giovanissimi: Bernard, 19 anni di Pistoia, e Marco, 21 anni di Montespertoli (FI). Non solo per abbassare la media d’età del parlamento dei Democratici. L’impressione è che si tratti di una scommessa, di quelle che possono far bene alla politica. Ma ripartiamo dall’inizio della seconda Era Renzi, almeno nel suo partito, dopo le dimissioni da Premier, riparte da dove tutto iniziò: non solo la Leopolda, ma la nuova sfida alle Primarie, dopo la scissione di D’Alema e Bersani.


LE PRIMARIE

Partecipazione significativa, seppur dimezzata. Vittoria schiacciante di Renzi, seppur contestata nei numeri da Orlando. Il PD è ormai certificato, non ha più niente del PCI-PDS-DS, nè del primo-PD che guardava solo a sinistra. È un partito “da sinistra al centro” con un leader (eletto dalla base) saldamente posizionato al Centro. E in quanto tale, ‘pronto-a-tutto’. Zero Tsipras, poco Prodi, molto Macron, quasi Merkel. E Clinton (Bill)? Un’altra storia: troppo distante per essere attuale, troppo recente per essere un mito da citare. Renzi non è poi il tipo da commemorazioni, cerca solo i fuochi d’artificio. Col rischio, in politica, che uno gli scoppi in mano. La sfida della nuova legge elettorale, per esempio, è una bella gatta da pelare

LA DIREZIONE

Felici e scontenti, come ogni volta. Ed è così che alla nomina dei membri della “nuova” Direzione nazionale, Renzi ha, come suo solito, sparigliato le carte. Se qualcuno si aspettava di avere il posto più o meno garantito, c’è rimasto male. Un TOT di posti ai supporter di Emiliano, un po’ di più a quelli di Orlando, e la novità dei giovani, anzi i giovanissimi, under-30 a prendersi una buona fetta delle poltroncine dei Renziani. Sono i cosiddetti Millennials, che avranno una discreta responsabilità sulle spalle: pur trattandosi di un organismo non-determinante, questi ventenni dovranno darsi da fare. In altre parole, spetterà a loro fare come i Cinquestelle con Grillo: dipenderà anche da loro se il PD sarà o no il Partito D-Renzi.