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La grande struttura dell’ex monastero di Sant’Orsola sfregiata dall’incuria e dal tempo continua a non vedere alcun futuro. Nemmeno la Gioconda è servita…

Spesso e volentieri la Firenze da cartolina lascia indietro le aree della città meno battute dai turisti. Una città da sogno, è vero, ma che rischia di dimenticare parte di se stessa quando trascura strutture del recente passato come la manifattura tabacchi o che affondano le loro radici in un passato più remoto. Un esempio appartenente all’ultima fattispecie è proprio quello dell’ ex monastero di Sant’Orsola, grigio ed immobile da troppo tempo. Per molti un simbolo del degrado a Firenze.

Sant’Orsola porta ancora i segni dell’installazione dell’artista ceco Vaclav Pisvejc

Il passato travagliato del luogo di sepoltura della Gioconda

A breve compirà settecento anni, ne ha viste di cose l’ex convento di Sant’Orsola. Nato come convento adiacente alla chiesa di San Lorenzo, nel corso del tempo, ha subito numerose modifiche strutturali per rispondere alle svariate esigenze. Dopo 500 anni la struttura venne svuotata delle sue funzioni religiose e, dopo alcune modifiche, divenne manifattura tabacchi. L’attività di manifattura tabacchi, di cui ho avuto modo di parlare in passato è rimasta operativa fino ai primi anni quaranta del novecento quando, l’intera linea produttiva, si spostò in piazza Puccini. La fine del secondo conflitto mondiale non ha portato fortuna al complesso di edifici. Prima centro per sfollati poi qualche ufficio dell’ateneo fiorentino in un via vai cessato negli anni ottanta con il tentativo, poi abbandonato, di trasformare la struttura in caserma delle “fiamme gialle”. Dopo un periodo di stallo l’ex convento è tornato alla ribalta nel 2015 quando un gruppo di studiosi ha validato l’ipotesi che lo indicava come luogo di sepoltura della Gioconda.  Un’ipotesi poi avvalorata dai test su alcuni reperti ossei che hanno mostrato che, Lisa Gherardini, la Gioconda, passò gli ultimi anni della sua vita nel convento di Sant’Orsola insieme a sua figlia, suor Lucia.

32 anni di niente

Dal 1985  sono il silenzio ed il vuoto ad essersi impadroniti della struttura attorno alla quale oltre alle impalcature rimaste in piedi per tanti anni si sono accatastati, ovviamente in senso figurato, i cumuli di  rassicuranti comunicati stampa emessi da partiti e pubblica amministrazione. Voci di corridoio, annunci roboanti ed investitori più o meno rinomati hanno accompagnato il trentennale declino della struttura, ormai tetra ed inquietante. Le notizie attorno all‘ex convento di Sant’Orsola hanno ormai il sapore della presa in giro a cui nessuno crede più. Allo scetticismo generato dalle tante “promesse di pulcinella”  si aggiunge anche la situazione di  una zona che ha perso ogni tipicità. Lo stile fiorentino, le botteghe e la capacità attrattiva di un sottobosco culturale legato alla tradizione hanno ceduto lo spazio a fondi commerciali pieni zeppi di internet point, money transfer e botteghe esotiche. Un vero e proprio suq che ci azzecca poco o nulla con le caratteristiche di un centro storico “patrimonio UNESCO”.

L’emergenza abitativa e la domanda di alloggi per studenti, sempre più difficili da trovare a causa del boom dei Bed&Breakfast, sono delle necessità non trascurabili alla cui soluzione Sant’Orsola potrebbe contribuire. Basta iniziare, facendo sul serio e senza sprecare troppo inchiostro per annunci poi smentiti.

 

 

Il malinconico ingresso di un luogo abbandonato a se stesso