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“…Questo poggio non è  terra, è  un qualcosa di irreale che, per un miracolo si è materializzato senza contrarre contagio della cose terrene. Quando io vengo quassù, ci vengo perché ho bisogno di una ricreazione spirituale…”

Con questa espressione il celebre tenore italiano,  vergognosamente più noto oltre Oceano che in Italia patria che gli diede i natali, definiva una delle sue, se non la sua residenza preferita, situata tra i dolci e lussureggianti  colli  di Lastra a Signa, nel cuore della campagna di Firenze. Una dimora che aveva scelto per trascorrere la sua pensione, ma di cui non ha visto l’attuazione, essendo morto prima di poter adempiere al suo desiderio.

Cenni Storici

Nel 1995, il Comune di Lastra a Signa, rileva la Villa  Bellosguardo e il Parco, facendola rivivere quale Museo Caruso, un patrimonio prezioso sia per il Comune alla provincia che lo ospita che, per L’Italia intera, troppo spesso immemore dei suoi più lustri cittadini che hanno dato fama e grandezza allo Stato Italiano.

Chi era Enrico Caruso

Enrico Caruso, prima di diventare il grande tenore tra la fine dell’800 e i primi del 900, era un napoletano, nato nella terra del Vesuvio, dalla quale ne ereditò il fuoco della passione per l’arte della Lirica e del bel Canto all’italiana. Tutto questo gli consentì di diventare per tutto il mondo Il grande Caruso!

Fu diretto tra l’altro da Toscanini alla Scala di Milano nell’opera L’elisir d’amore, che dichiarò: “Se questo napoletano continuerà a cantare così farà parlare di sé il mondo intero…”

E così fu! Girò tutto il mondo, dalla Russia all’Inghilterra, ma in America fu molto amato ed ebbe massimi riconoscimenti.  La sua permanenza continuativa a New York lo fece diventare il personaggio di prima pagina dalla voce d’oro.

Caruso era anche un amatore, ben degno della nota fama che ha reso gli italiani all’ estero e non solo, dei passionali amanti. Infatti ebbe tante avventure,  soprattutto con cantanti, ma due furono le storie più importanti della sua vita, quella con Ada Boschetti, che non sposò ma dalla quale ebbe 4 figli di cui solo due sopravvissero. Fu questa sua compagna d’arte e di vita che nel 1906 gli suggerì di acquistare la Villa di Bellosguardo. Anni dopo, nel 1918  conobbe  e sposò in breve tempo la giovane americana  Dorothy Park Benjamin, che lo rese orgogliosamente padre della piccola Gloria.

Fu un marito premuroso e attento e un padre affettuoso  con tutti e tre i figli,  sempre pronto a trasmettere loro i valori in cui credeva, curandone l’educazione affinché diventassero sei giovani istruiti e non abbandonassero gli studi come aveva fatto lui.

E in quella Villa, come  dichiarò  nel 1916,  sperava di ritirarsi intorno al 1921, quando aveva pensato di smettere di cantare e di fare la vita da girovago che lo aveva stancato e provato molto.  Ma venne a mancare prima che potesse realizzare il suo ultimo e profondo desiderio.

 

Villa Bellosguardo: da rifugio domestico a Casa Museo

La Villa di Bellosguardo risalente all’epoca Cinquecentesca, apparteneva alla nobile famiglia Pucci e il tenore la acquistò nel giugno del 1906 per la cifra di 205.000 lire.

Enrico Caruso amava questo posto e l’aria pura che poteva respirare, per rigenerare i suoi polmoni dalla nicotina (infatti, contrariamente a quanto si raccomanda ai cantanti, lui fumava) e rigenerare la sua voce che ne traeva benefici e il suo animo. Era qui che avrebbe voluto  invecchiare e concludere gli ultimi anni della sua vita.

Accompagnati da Carmine, guida del Museo, dopo una soave immersione nel parco e nella sua suggestiva aurea, ci addentriamo tra le stanze in cui ha vissuto, periodicamente, ha cantato e provato i suoi ruoli teatrali, che lo hanno reso Grande. E credetemi si prova una rispettosa suggestione a stare al cospetto del suo busto marmoreo, tanto da sentirmi piccola ma onorata di questa imponente, seppur pietrosa, presenza!

Carmine, inoltre, ci dice che questo è  in Italia l’unico Museo dedicato a questo grande artista, ribadisco poco conosciuto dagli italiani. Un Museo che ha come obiettivo quello di far vivere al visitatore un incontro personale con Caruso e il suo mondo.

C’è da dire che la maggior  parte di quelli che erano gli arredamenti e i cimeli della Villa Bellosguardo, furono messi all’asta e venduti a lotti, per cui  il Comune si è  potuto aggiudicate solo alcuni oggetti più tutti presenti nella villa.

La raccolta di cimeli e documenti, dice Carmine, lo si deve alla donazione al Comune di Lastra a Signa da parte di Mario Del Fante. Consistente in lettere, cartoline postali che il Caruso amava collezionare, partiture di opere, fotografie dello stesso in costume di scena e in borghese.

Sono altresì presenti una serie di bronzi e quadri di vari autori, che ritraggono il noto tenore, i suoi familiari e amici.  E ancora entrando in quella che era la sua camera da letto, vediamo il letto con testiera e un baldacchino rivestito in seta color rosso e ai piedi  inciso nel legno lo stemma di Caruso. Questo fu un pezzo che il Comune si aggiudicò da quell’asta tenutasi nel 1979.

Tanti sono gli oggetti di infinito valore, come le poche posate in argento dono  a Caruso dallo zar di Russia.

Nel Museo vi è  anche una sala in cui Enrico Caruso cantava e provava le varie opere e arie. Sono presenti alcuni grammofoni e degli storici dischi a 78 giri da lui incisi e c’è  da dire che fu il primo a incidere.

Poi due costumi di scena indossati dal Caruso, si tratta di un kimono per l’opera Iris di Mascagni e il costume di Canio dell’ opera Pagliacci di Leoncavallo con tanto di grancassa accanto,  uno dei più storici ruoli da lui interpretati.

Il percorso Espositivo

Il percorso espositivo si compone di 9 momenti, oserei dire, abbiamo un Prologo, dive tutto ha inizio; la Galleria degli artisti, la Sala della famiglia,  la Camera di Enrico Caruso, la  Sala dei Teatri internazionali,  la Sala della memoria, la  Sala della discografia,  la Sala delle arti figurative e infine la Sala della musica.

Un museo che merita davvero di essere valorizzato ancor di più, anche perché, all’interno di esso si possono ospitare eventi musicali e culturali, ma anche ricevimenti, dalle feste di laurea alle nozze. Fino alle più comuni visite guidate per le scuole.

E concluderei questo, intenso excursus,  innanzitutto ringraziando Carmine e la sua gentile disponibilità a guidarci in un determinato contesto musicale e storico e infine consigliandovi caldamente di andare a visitare un luogo suggestivo e una Villa Museo che rende omaggio ad un uomo che fino ai primi del ‘900  ha dato lustro al nostro Paese, dimentico dei suoi eccelsi figli e del loro apporto culturale.

Per info, si può contattare il Museo Caruso ai seguenti recapiti:

Polo Museale Villa Caruso Bellosguardo

Via di Bellosguardo, 54 – 50055 Lastra a Signa (Fi)

Tel. +39 055 8721783

www.villacaruso.it

e-mail: info@villacaruso.it

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