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Stenterello

La più antica maschera toscana, proveniente dalla Commedia dell’Arte, è quella di Stenterello. Questa figura fu inventata da un attore fiorentino, Luigi Del Buono (1751-1832), autore altresì di divertenti commedie popolari.

Di bassa statura, gracile e pallido Stenterello rappresenta un personaggio fiorentino del popolo, chiacchierone e spiritoso, in grado di suscitare il riso con battute pungenti espresse rigorosamente in vernacolo fiorentino. Pauroso ed impulsivo, Stenterello è al tempo stesso generoso, pronto a schierarsi dalla parte del più debole.

La vivacità di Stenterello trova espressione anche nel suo costume colorato e vivace: una giubba azzurra, sopra una sottoveste sgargiante, un panciotto giallo canarino, dei calzoni corti neri, una calza di cotone rossa ed una a fantasia, scarpe a fibbia basse. Porta un cappello a barchetta nero ed una parrucca bianca con codino all’insù.

Una curiosità …

Nel definirne le caratteristiche sembra che Luigi si sia ispirato, per i modi, ad un mendicante che vedeva spesso sotto un tabernacolo in via della Scala, per l’arguto linguaggio, invece, all’assistente del suo barbiere.

Burlamacco e Ondina

Un’altra maschera della tradizione toscana, nata in tempi più recenti, è quella di Burlamacco, oggi simbolo del carnevale viareggino.

Il pittore futurista Uberto Bonetti realizzò nel 1930 i manifesti per il carnevale versiliese disegnando Burlamacco e Ondina, personaggio femminile vestita da bagnante anni ’30.

Il costume del personaggio versiliese è un mix degli elementi tipici di altre maschere della Commedia dell’arte: il costume a scacchi simile a quello di Arlecchino, il cappello rosso di Rugantino e il mantello nero di Balanzone, la gorgiera bianca e il pompon di Pierrot. Il nome di Burlamacco evoca quello di Buffalmacco, personaggio del Decameron famoso per truffe e scherzi, ma anche il cognome lucchese Burlamacchi.