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Quello che oggi conosciamo come Ponte San Niccolò in origine si sarebbe dovuto chiamare Ponte Reale, in onore del re Roberto d’Angiò, capo del partito guelfo. Origine che addirittura risale al 1317, quando in realtà però ci si limitò a posare la prima pietra

Il ponte sorse solo nel 1835 per volontà di Leopoldo II

A costruirlo fu, tra il 1836 e il 1837, la ditta francese Séguin, esperta nella costruzione di ponti metallici. Questa inoltre avrebbe avuto la concessione di un pedaggio per più di un secolo.

Inoltre la zona dove sorgeva il ponte (nei pressi della omonima pescaia San Niccolò che forniva l’acqua ai mulini situati all’interno delle mura) era tutt’altro che ricca. Cosa che non venne digerita dai fiorentini, i quali dovettero anche accettare a malincuore il nome del Ponte: San Ferdinando, in onore di Ferdinando III padre di Leopoldo.

Inizialmente si trattava di un ponte sospeso, retto da corde metalliche tese tra sponda e sponda dell’Arno.

L’alluvione del 1844 non lo risparmiò e ne obbligò la ricostruzione nel 1853.

Nel 1890 venne ulteriormente modificato, mantenendo sempre una struttura metallica

Insieme al Granducato cadde anche il nome, a favore di quello attuale in onore del quartiere adiacente. A cadere fu anche anche il balzello economico per il transito.

Nel 1890 fu ricostruito per consentire il passaggio del tram per poi essere chiuso nel 1939.

Il ponte durante il conflitto bellico subì la stessa degli altri ponti fiorentini, eccetto Ponte Vecchio: la distruzione.

Il ponte provvisorio costruito dagli alleati nel 1944 venne poi smontato in favore della costruzione dell’attuale ponte, edificato nel 1949 su progetto di R.Moranti.