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È una visita carica di significato quella di Sergio Mattarella alla Badia Fiesolana.
Proprio nel momento di massima tensione tra le forze politiche e a poche ore dall’ultima chiamata utile per il governo il Presidente della Repubblica con il suo discorso apre la sessione plenaria dell’annuale Conferenza sullo Stato dell’Unione.

L’evento organizzato dall’Istituto Università Europea (fondato nel 1962) e nato con l’intento di far riflettere sugli sviluppi del progetto europeo è giunto quest’anno all’ottava edizione

Grazie alla presenza di ospiti di alto spessore tra cui deputati europei, accademici, banchieri è diventato uno snodo cruciale per la discussione degli indirizzi delle politiche della UE.
Quella che si prospetta è una due giorni che eleverà Firenze a fucina di idee per l’Europa.

Quest’anno piena enfasi alla solidarietà tra gli stati membri

Tema problematico e spesso impopolare ma irrinunciabile per ispirare le soluzioni ai grandi interrogativi della contemporaneità che sembrano minare alla base il progetto di un destino comune: quanti profughi accogliere, come ripartirli e a quali condizioni? Si può crescere senza impattare negativamente sull’ambiente? È possibile un rilancio del progetto comune di difesa dopo anni di congelamento? Dopo Draghi quali certezze per la moneta unica se non saranno più garantiti i titoli di stato dei Paesi mediterranei? Quale lavoro dopo una rivoluzione tecnologica che sta cancellando tradizionali occupazioni?

In occasione della ricorrenza della Dichiarazione Shuman (9 maggio 1950) il Presidente ha rimarcato quanto l’Europa sia solo all’inizio del suo percorso e che quello che attraversa ora è un periodo di crisi e di ripensamento ma che non può inficiare i benefici prodotti da 50 anni di pace e dal quale può uscirne più coesa di prima.
Come? Con la solidarietà. Una solidarietà non astratta, una solidarietà di fatto (fondi per lo sviluppo) che spazzi via i particolarismi e le resistenze, una solidarietà che nasce dal riconoscimento di un’identità comune, una comune patria europea e un comune destino e che nel suo alto ideale simbolico richiama quell’equità sociale condivisa del Manifesto di Ventotene.

Prime tappe la revisione del Trattato di Dublino e il consolidamento dell’Unione Bancaria, partendo da un bilancio comune che merita più risorse.

La kermesse fiorentina proseguirà domani a Palazzo Vecchio dove interverranno tra gli altri Antonio Tajani e Jean Claude Juncker rispettivamente presidenti del Parlamento e della Commissione e sabato a Villa Salviati presso l’Archivio storico dell’Unione Europea.