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La stazione Santa Maria Novella è una delle infrastrutture principali della città di Firenze. Da qui ogni giorno migliaia di persone arrivano o partono e da qui la nostra città è collegata con il resto della regione e d’Italia. La sua storia ha origine dalla metà dell’Ottocento per arrivare fino ai giorni nostri, voi la conoscete?

Firenze, già nella seconda metà dell’Ottocento, poteva contare su tre stazioni, o “rimesse”, del treno. La prima era la Stazione Leopolda dalla quale partiva la “strada ferrata Leopolda”, che da Firenze arrivava a Livorno passando da Empoli, Pontedera e Pisa. Questa “rimessa” fu poi soppressa nel 1860.
La seconda era quella che poi sarebbe diventata la Stazione del Campo di Marte nel 1896 e che collegava Firenze con Terontola passando da Arezzo.

Ultima, ma non per importanza, era la Stazione Maria Antonia, sorta nei pressi della chiesa di Santa Maria Novella, a cui faceva capo la “strada ferrata Maria Antonia”, che da Firenze raggiungeva a Pistoia passando per Prato.
Questa stazione prendeva il nome della Granduchessa Maria Antonia, moglie del Granduca Leopoldo II, e fu inaugurata il 3 febbraio del 1848. Questa stazione era un’infrastruttura che al contrario delle altre due, penetrava nel centro storico di Firenze, arrivando al ridosso dell’abside di Santa Maria Novella. Per creare quindi dello spazio di sicurezza tra la “rimessa” e il convento si procedette ad abbattere una serie di cappelle.

Durante il ventennio fascista, si decise di ammodernare la struttura della stazione, considerata antiquata. Per primo venne proposto un progetto dell’architetto Mazzoni, che fu però profondamente criticato. Si decise, allora, di indire un concorso nel 1932 e i progetti furono esposti a Palazzo Vecchio l’anno successivo.

Il progetto che ottenne più attenzioni fu quello del gruppo chiamato Gruppo Toscano composto da Pier Niccolò Berardi, Nello Baroni, Italo Gamberini, Sarre Guarnieri, Leonardo Lusanna, Giovanni Michelucci. Non mancarono però le critiche, numerose, che animarono la città. A porre fine a questa diatriba fu l’intervento del duce Benito Mussolini che espresse il suo placet al progetto. Di conseguenza le polemiche si placarono, il progetto vinse il concorso e partirono i lavori.

Negli anni Settanta furono aggiunti, per iniziativa dell’assessore comunale Nicola Pistelli i rapidi sottopassaggi. Negli anni Novanta fu costruita una pensilina sul lato Nord, dove vi erano le fermate degli autobus, che però fu abbattuta nel 2010 per problemi di ordine pubblico.