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Rinasce la Manifattura Tabacchi. Dopo anni di attesa sabato 23 giugno è stato presentato al pubblico un grande progetto di riqualificazione per il complesso di edifici un tempo sede di una delle industrie più fiorenti del territorio.


Il complesso si trova in via delle Cascine, si estende per oltre 8 ettari e rappresenta un esempio pregevole dell’architettura razionalista. I lavori iniziarono nel 1933 e si conclusero nel 1940. Il progetto porta la firma dell’architetto Pierluigi Nervi creatore anche dello Stadio Artemio Franchi la cui Torre di Maratone richiama quella del Teatro Puccini annesso al complesso della Manifattura.

Negli ultimi anni il complesso ha dovuto affrontare un percorso travagliato: prima l’acquisizione da parte dell’Ente Tabacchi Italiani, poi la dismissione definitiva nel 2001, infine la cessione ad un fondo di investimento internazionale nel 2016. Nel frattempo un lungo abbandono e tanti dubbi su che cosa fare di questo cuore industriale. Oggi un nuovo inizio.

Il complesso ospiterà la terza sede del Polimoda, parte di esso sarà destinata ad edilizia residenziale, ci sarà uno studentato, un hotel negli ex magazzini del tabacco, un mercato e laboratori nella speranza di creare un polo di aggregazione baricentrico rispetto a Novoli e al Parco delle Cascine. Fin da subito il polo ospiterà una ricca programmazione culturale all’insegna del contemporaneo.

Da molti anni la rigenerazione urbana rappresenta un’occasione per quelle città che devono fare i conti con la deindustrializzazione il cui lascito sono marginalità sociale, inquinamento e degrado ambientale. Il Tempelhof a Berlino un tempo aeroporto costruito durante il Terzo Reich e poi durante la Guerra Fredda usato per il ponte aereo verso la zona alleata dal 2010 è diventato un parco urbano. Sempre in Germania il progetto Hafen City ad Amburgo per trasformare il dismesso porto in un complesso nel segno della sostenibilità oppure la conversione della Riverpark Tower di Francoforte in residenze o uffici.

Da molti anni la rigenerazione urbana rappresenta un’occasione per quelle città che devono fare i conti con la deindustrializzazione

L’obiettivo è non sottrarre più suolo alle comunità umane ma restituire dignità e valore all’esistente. Anche in questo Firenze può essere all’avanguardia.