Firenze, Isolotto, parco di Villa Vogel, tra via Canova e l’ingresso alla FI-PI-LI, in via delle Muricce, della fabbrica Campolmi resta uno scheletro di mattoni. In balia degli elementi. In attesa di riqualificazione.
L’area fu scelta per la fabbricazione di concimi chimici e poi anche di saponi alla fine dell’Ottocento da una cordata di imprenditori, i Soci Romanelli, Cantinelli e Bertelli. Scelsero l’area per la distanza dal centro abitato: allora l’Isolotto era campagna. Prese il nome di Concimaia. Pochi decenni dopo rilevata da Galileo Campolmi, proprietario dell’omonima ditta, e ammodernata a partire dagli anni ’20: si devono a lui i magazzini, i garage e altri edifici di servizio del complesso.
La Campolmi restò attiva fino al 1969. Per impulso del sindaco La Pira l’Isolotto stava diventando un quartiere abitato e non poteva più ospitare una produzione ad alto rischio igienico-sanitario. Nel 1984 un grave incendio provocato dai materiali infiammabili contenuti nel magazzino distrusse buona parte del complesso tra cui il tetto: ci vollero giorni ai vigili per domarlo.
L’area ex Campolmi è abbandonata da allora. Negli anni è diventata un rifugio di fortuna per senzatetto e disperati. È posta sotto la tutela dei Beni Culturali. Non può essere demolita ma può essere rigenerata e i suoi volumi possono tornare in uso alla popolazione dell’Isolotto. Negli anni spesso si sono susseguite voci di progetti di restauro. Si parlava di destinarne parte a parcheggio e parte a edilizia residenziale pubblica. Per adesso non sembra esserci destino migliore del crollo per una testimonianza del passato industriale di Firenze come la Campolmi.