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Le Mulina, l’ippodromo del Parco delle Cascine versa da tempo in condizioni di completo abbandono. Una triste fine per un luogo dove si è scritta la storia dell’ippica.

L’area si estende per circa 99.000 mq. Di questi 14.000 sono stati riservati al pubblico, 15.000 alla pista da corsa e 9.000 per quella da allenamento, 15.000 per le scuderie. I restanti 46.000 non avevano una funzione specifica. La pista da corsa è lunga 799,902 metri. Parterre e tribune disposte nell’ippodromo hanno una capienza di circa 8.000 spettatori: mille i posti a sedere. Questi sono solo alcuni dei dati che si possono citare per avere un’idea del reale valore dell’ex ippodromo Le Mulina .

Ippodromo Le Mulina

Ippodromo Le Mulina

Le condizioni della struttura non sono ottimali. Nel maggio scorso si era sviluppato un incendio nella struttura domato non senza problemi dai vigili del fuoco.

Fino a poco tempo fa alcune persone senza fissa dimora si erano stabilite all’interno della struttura non completamente recintata. Avevano allestito un accampamento di fortuna sgomberato dalla Polizia Municipale. Tutt’oggi nel complesso si può accedere senza difficoltà.

La valorizzazione

Una mostra dei fiori Flora nel 2015 dall’esito finanziariamente disastroso è stato l’ultimo evento degno di nota svoltosi all’ippodromo Le Mulina.

Una sola delle strutture, quella dove aveva l’ufficio Zheng era stata restaurata. Opera dell’architetto Casamonti, lo stesso che avrebbe dovuto curare il progetto dell’ex Teatro Comunale prima che i guai giudiziari di Luigi Dagostino fermassero tutto. Lo stesso Casamonti, professore ordinario a Genova, condannato a risarcire 700.000 euro all’Ateneo del capoluogo ligure per aver svolto la professione di docente in contemporanea con quella di libero professionista. Un doppio lavoro, in spregio al regolamento e all’etica.

“Sarà un’area polifunzionale, eventi sportivi, fieristici, festival e concerti, mostre. Con un occhio di riguardo alla memoria storica. A ciò che è stato Le Mulina. Confidiamo di avere il complesso a regime, nella sua piena potenzialità e funzionalità, già nel 2016. Il progetto c’è, naturalmente sappiamo che dovremo confrontarci e raccordarci con l’amministrazione” così dichiarava Zheng nel 2015.

Del progetto di rigenerazione non c’è traccia. Tutti gli immobili sono vuoti, le sterpaglie crescono, i rifiuti e le carcasse di auto si accumulano.

Tra Italia e Cina

La società Pegaso srl con sede in via del Pegaso, poco lontano dall’ippodromo, aveva ottenuto la concessione: 25 anni con un canone annuale di 80.000 euro. Questa società è finanziata in larga misura da capitale di provenienza cinese.

Una rete di contatti con la Cina corroborata dalla nascita della cittadella Ta Italy a Tianjin progettato anch’esso da Archea, lo studio di Casamonti. Oliviero Fani, lo stesso che cercava di subaffittare per 30.000 euro la Palazzina dell’Indiano, una truffa rivelata da un’ottima inchiesta di Libero. 

“Il fatto non sussiste”

La gara d’appalto (giugno del 2012) per la valorizzazione dell’ex ippodromo, valorizzazione come del tutto evidente mai avvenuta, è stata oggetto di un’indagine della Procura di Firenze.

La prima gara per la concessione e valorizzazione dell’ippodromo fu bandita da Palazzo Vecchio nel 2012. Parteciparono tre raggruppamenti di imprese. Vinse la Pegaso ma, dopo un ricorso al Tar presentato dalla Parc Lives di Massimo Cortini, l’esecutività del provvedimento fu sospesa.

Nel 2014 gli uffici comunali bandirono una nuova gara e, secondo l’accusa, Fani, Zheng e Cortini avrebbero stretto un accordo sottobanco, documentato da una scrittura privata sottoscritta nel 2013 ma contestata da Zheng (la sua firma era falsa), affinchè l’aggiudicazione andasse alla Pegaso. Oggi la decisione del gup di prosciogliere tutti e tre dall’accusa di turbativa d’asta.

Tra gli indagati figuravano i già citati Zheng e Oliviero Fani e Massimo Cortini. L’ipotesi era turbativa d’asta. La pm Christine Von Borries (la stessa che indaga su Tiziano Renzi e Luigi Dagostino) aveva chiesto il rinvio a giudizio. Il gup di Firenze li ha prosciolto con la formula del fatto non sussiste.

Adesso chi dovrà occuparsi di recuperare l’ippodromo Le Mulina?