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Nel mese di novembre è andata in onda su Rai 1 la seconda stagione dell’acclamata serie televisiva “I Medici”, che, in maniera molto hollywoodiana, ha ricostruito la scalata al potere di Lorenzo de’Medici (meglio noto con l’appellativo di “ il Magnifico”) e il suo scontro con la famiglia Pazzi. Quest’ultima guidata da Jacopo (interpretato nella serie tv da Sean Bean) e Francesco de’Pazzi, organizzò una congiura che culminò nel fallito attentato in Duomo del 26 aprile 1478, dove tuttavia trovò la morte Giuliano, l’amato fratello di Lorenzo. La serie mette,anche in scena, l’epurazione dei membri del complotto, che vennero brutalmente uccisi dal potere mediceo o linciati dalla popolazione fiorentina.

Come mai si giunse a questo bagno di sangue, che cambiò completamente la storia e la politica della Repubblica Fiorentina?

Per avere una risposta bisogna analizzare bene la situazione politica fiorentina del XV secolo. È proprio in questo secolo, infatti, che il potere mediceo, grazie a personaggi del calibro di Cosimo de’Medici (il nonno di Lorenzo), iniziava a imporsi sulla repubblica fiorentina. Cosimo grazie all’enorme potere economico e finanziario esercitato dalla sua banca (divenuta, tra l’altro, la principale finanziatrice del Papato), era riuscito ad imporre la sua influenza sulle istituzioni repubblicane, governando de facto attraverso suoi uomini di fiducia. Questo modus operandi venne adottato anche da suo figlio Piero e,dopo la sua prematura morte causata dalla gotta, dai nipoti Giuliano e Lorenzo.

Nonostante il prestigio della famiglia e la popolarità che essa godeva tra il popolo fiorentino, in molti, soprattutto le antiche famiglie nobili della città, erano scontenti di questa svolta “autoritaria” che stava subendo lo stato fiorentino. Già sotto Cosimo infatti venne organizzata una congiura da parte delle famiglie Strozzi e Albizzi, la quale lo costrinse all’esilio per un anno; Piero il Gottoso, poi, era sopravvissuto ad un attentato organizzato da Luca Pitti (il committente dell’omonimo palazzo).

Fra tutte, però, la più ostile ai Medici era la famiglia Pazzi.

I Pazzi erano una delle famiglie aristocratiche più antiche e nobili della città: molti suoi membri avevano ricoperto cariche istituzionali e il capostipite, Pazzino de’Pazzi, cavaliere durante la Prima Crociata, per il valore dimostrato nell’assedio di Gerusalemme, aveva ricevuto due pietre, con le quali veniva acceso a Pasqua il fuoco sacro (vedi articolo 28/10/2018).

Nel XV secolo questa famiglia aveva raggiunto il suo apice: possedeva molti lussuosi palazzi, una banca seconda solo a quella dei Medici ed era imparentata con tutte le più importanti famiglie aristocratiche fiorentine (compresi i Medici, grazie al matrimonio tra Guglielmo de’Pazzi e Bianca de’Medici, sorella del Magnifico). Fu, tuttavia, in questo periodo che nacque la rivalità tra le due casate: nel 1471, infatti, papa Sisto IV (il committente della Cappella Sistina), nemico di Lorenzo e della Repubblica fiorentina, aveva nominato i Pazzi amministratori delle finanze pontificie, togliendo questo compito ai Medici, che lo mantenevano da quasi un secolo.

L’anno dopo, poi, Lorenzo, attraverso magheggi vari, impedì a Giovanni de’Pazzi, fratello di Francesco (uno dei capi della congiura), di ottenere la ricca eredità di suo suocero, Giovanni Borromei, facendo promulgare una legge che impediva alle figlie femmine di intascare l’eredità se figlie uniche e sposate. Fu proprio a causa di questo evento che i Pazzi divennero i capi del partito antimediceo, iniziando a ideare una congiura che avrebbe posto fine al potere mediceo.

Di questa congiura e di come venne attuata, tuttavia, parleremo nel prossimo articolo.