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Tutti i suoi segreti nelle lettere tra Vasari e Lionardo Buonarroti. L’ingresso in Santa Croce è gratuito per tutti i residenti della Città metropolitana

La pala di Giorgio Vasari per Michelangelo è da poco tornata al suo posto, sull’altare Buonarroti. La possibilità di ammirare la tavola, una delle opere più belle di Vasari secondo gli storici dell’arte, è il regalo che Santa Croce fa nel periodo delle Festività ai turisti e a tutti fiorentini che possono sempre entrare gratuitamente nella basilica. In pochi sanno infatti che l’accesso al complesso monumentale, che appartiene al Fondo Edifici di Culto (FEC) del ministero dell’Interno, è gratuito per tutti i residenti nella Città metropolitana.

Il complesso, che è aperto dal lunedì al sabato, dalle ore 9.30 alle 17.30 (ultimo ingresso ore 17). Si informa che martedì 1 gennaio la basilica resta aperta per le sole celebrazioni liturgiche previste per le ore 11, 12 e 18. Nel giorno di domenica 6 gennaio, Epifania, oltre all’apertura per le celebrazioni liturgiche (ore 11, 12 e 18) è previsto l’ingresso per i visitatori dalle ore 14 alle 17.

“E’ un vero piacere condividere con turisti e cittadini di Firenze il restauro che ha interessato la pala e la tomba monumentale di Michelangelo, un intervento che ha visto la mobilitazione di centotrentadue donatori da quattrodici diversi Paesi del mondo, testimonianza concreta dell’affetto del mondo per Firenze e Santa Croce”, sottolinea la presidente dell’Opera di Santa Croce, Irene Sanesi. Il restauro della palaAndata al Calvario e incontro con Veronica è infatti stato condotto dall’Opera di Santa Croce attraverso il progetto di fundraising In the Name of Michelangelo.

Dietro la pala dell’altare Buonarroti c’è una storia ricca di particolari e curiosità

Una storia che emerge da singolari documenti archivistici, in particolare le lettere che si scambiano Giorgio Vasari e Lionardo Buonarroti, colui che riuscì – grazie all’appoggio di Cosimo I – a trafugare con un’azione rocambolesca il corpo dello zio da Roma per riportarlo a Firenze. “Siamo di fronte a un’opera di altissima qualità, la cui storia è ampiamente documentata e merita di essere raccontata – spiega Claudio Paolini, storico dell’Arte della Soprintendenza archeologia, beni culturali e paesaggio della Città metropolitana di Firenze – ci sono una serie di lettere scambiate da Vasari con Lionardo Buonarroti, che aveva commissionato la tavola, e con don Vincenzo Borghini, erudito attivo presso la corte di Cosimo I de’ Medici e responsabile del programma iconografico per i nuovi dipinti che dovevano ornare la rinnovata chiesa di Santa Croce. Accanto ai nomi, compaiono i costi da sostenere per i vari lavori, restituendoci uno spaccato vivo e significato dei cantieri del tempo e delle modalità con cui si realizzavano questi capolavori”.

L’altare della famiglia Buonarroti e il monumento a Michelangelo al suo fianco, progettati da Vasari e realizzati tra il 1564 e il 1578, costituiscono un insieme inscindibile che il recentissimo restauro di entrambi ha contribuito a rileggere nella sua interezza.

Come è stato spiegato in occasione dell’inaugurazione del restauro la pala ha riservato alcune sorprese. L’Andata al Calvario e incontro con Veronica, eseguita su commissione dello stesso Cosimo I de’ Medici, curata dai danni prodotti nella parte inferiore dall’alluvione del 1966 e liberata da una pesante patina oscurante, ha ritrovato particolari inaspettati come il volto di Michelangelo e di Rosso Fiorentino, oltre a un luminoso equilibrio d’insieme.

Secondo Sally J. Cornelison, docente alla Syracuse University, Michelanngelo si ritrova “nascosto” sotto le sembianze di Nicodemo, mentre Rosso fiorentino viene ritratto con un copricapo vermiglio nelle vesti di Giuseppe D’Arimatea.

La campagna per la raccolta dei fondi In the name of Michelangelo è stata attivata nel mese di settembre 2017. In pochissimo tempo, si sono raggiunte le risorse necessarie a far fronte al restauro. All’appello partito da Firenze hanno risposto in 132 da tutto il mondo, per l’80% per cento cittadini degli Stati Uniti. Nell’elenco dei donatori i Paesi rappresentati sono tredici. Ci sono l’Italia, gli Stati Uniti, l’Inghilterra, il Canada, le Filippine, l’Austria, la Germania, la Finlandia, la Spagna, la Norvegia, la Repubblica Ceca, l’Australia, il Perù e persino la Cina.