fbpx

Firenze, conosciuta in un tutto il mondo, racchiude dei dettagli e segreti nascosti che noi Fiorentini abbiamo il privilegio di apprezzare aguzzando semplicemente un po’ la vista

Quando si parla d’amore e romanticismo subito vengono alla mente Verona e Venezia. La prima conosciuta in tutto il mondo per la tanto romantica quanto sventurata storia di due giovani innamorati raccontata da Shakespeare; la seconda è nota per la bellezza dei suoi canali e il fascino che avvolge tutta la città. Oltre a queste molte altre hanno un grande fascino, come Roma che vista di notte incanta e appare completamente diversa rispetto alle ore diurne. Anche la nostra città ha dei luoghi particolarmente noti e suggestivi.

Sicuramente parlando di Firenze i primi posti che vengono in mente sono Ponte Vecchio e il Piazzale Michelangelo, ma ce ne sono altri, apparentemente insignificanti a cui non siamo abituati a far caso che tuttavia nascondono una storia d’amore. Chissà quanti di noi sono passati centinaia e centinaia di volte da Piazza della Santissima Annunziata senza sapere che sulla facciata dell’edificio che oggi viene chiamato Palazzo Budini-Gattai, si nasconde un piccolo dettaglio legato ad una storia decisamente romantica.

Prima di acquisire il nome che conosciamo noi oggi, quel luogo si chiamava Palazzo Grifoni, dal nome della famiglia patrizia che dopo averlo costruito vi abitò per molti secoli. Si racconta che secoli fa ad uno dei giovani Grifoni venne data in sposa una ragazza bellissima e che i due si amassero veramente tanto. Passarono insieme dei giorni veramente felici ma, ahimè, la loro gioiosa convivenza venne bruscamente interrotta dopo qualche mese quando lo sposo fu chiamato a prendere le armi e partire per andare in guerra. Arrivato il momento di separarsi, la ragazza diede il suo ultimo saluto al suo innamorato dall’ultima finestra del secondo piano del palazzo e si dice che da quel giorno tenne la persiana sempre aperta nella speranza di vederlo tornare.


Passarono i giorni, i mesi e gli anni e quella donna non smise di passare gran parte del suo tempo affacciata a quella stessa finestra ricordando il giorno in cui salutò il giovane e aspettando senza darsi pace il suo ritorno. Dicono che lei morì proprio in quella stanza e che quando portarono via il suo corpo qualcuno decise che era arrivata l’ora di chiudere la persiana. Non appena quella venne serrata si racconta che qualcosa cominciò a scatenarsi in quella stanza: oggetti che cadevano, altri che rotolavano, luci che si accendevano e spegnevano da sole… tutto però cessò quando tale persiana venne riaperta e dal quel momento nessuno la chiuse più.