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 Spesso girando per la città capita di udire un “oooh bischero”, ma questa parola da dove ha origine? 

Ogni luogo italiano ha il proprio dialetto che è spesso riconoscibile per l’accento, la maniera di parlare oppure per l’uso di alcuni semplici vocaboli diventati famosi. Noi fiorentini ovviamente in questo siamo degli artisti e nel nostro dialetto, come tutti sanno, ci mangiamo le “c” e già che ci siamo pure qualche “t”, tanto tra noi c’intendiamo. Facciamo sparire qualche parte finale degli articoli, abbreviamo parole e gli intercalari fioccano.  

Tra tutte quelle parole che rendono il nostro dialetto così bello, ce n’è una che usiamo spessissimo la cui origine risale a tempi lontani e che racchiude nella sua storia e significato tutta l’essenza della satira fiorentina, si tratta del termine BISCHERO.

Tutto risale alla fine del XIII secolo quando i nostri antenati cominciarono a costruire la meravigliosa Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Le dimensioni di tale opera sarebbero state quattro volte maggiori dell’edificio precedente, perciò si rese necessario abbattere gli edifici circostanti alla zona di Santa Reparata. Alle persone che vi abitavano fu offerto un ricco compenso che avrebbe permesso loro di comprare un’altra casa. Soltanto una tra le famiglie interessate, quella dei Bischeri, rifiutò di vendere la propria dimora e le botteghe, nonostante la città avesse più di una volta alzato l’offerta. Senza la cessione di quelle proprietà “L’opera del Duomo” non poteva andare avanti e i Bischeri speravano che quanto più fossero riusciti a ritardare i lavori, tanto più il prezzo offerto per i loro possedimenti sarebbe aumentato. Tuttavia, una notte, tutte le proprietà di tale famiglia andarono a fuoco “casualmente” nello stesso momento. Tutti i Bischeri si ritrovarono quindi a lasciare la città in bancarotta e profondamente umiliati. La famiglia si sparpagliò in vari luoghi e da quel giorno la parola “bischero” viene usata per indicare qualcuno che non si può proprio definire un gran furbo. 

Due secoli dopo alcuni membri dell’antica famiglia dei “Bischeri” fecero fortuna e decisero di ritornare a Firenze cambiando il proprio cognome in Guadagni e acquistarono un palazzo proprio dove erano situati gli antichi possedimenti dei loro antenati. Ancor oggi quell’edificio si chiama “Palazzo Guadagni” e lì vicino, proprio posto a memoria della vecchia vicenda, l’angolo tra Piazza del Duomo e Via dell’Oriuolo conserva il nome di Canto dei Bischeri.