fbpx

La storia dell’arte, dai suoi albori fino ai giorni nostri, è piena di artisti che hanno tentato di rappresentare il loro modo di intendere la divinità. C’è chi ha usato diversi tipi di pennelli e colori, usando tecniche apprese dai grandi maestri precedenti e sperimentandone di nuove. C’è chi invece ha preferito un grande pezzo di marmo in cui scolpire opere maestose. Uno degli elementi religiosi che è stato maggiormente raffigurato dagli artisti nella storia è la Vergine, da sempre associata ad un’idea di maternità, serenità e dolcezza, spesso rappresentata con il bambino in braccio.

Firenze però non poteva certo non distinguersi anche in questo campo… infatti, nonostante i musei ospitino numerose pitture e sculture che raffigurano l’idea canonica, nella nostra città nacque uno scultore che decise di rappresentare la Madonna in un modo piuttosto insolito. Quest’uomo, di nome Mario Mariotti, sconcertato per la puzza che si respirava in via Toscanella in borgo San Jacopo a causa dei cassonetti dell’immondizia e delle persone che scambiavano quella strada per un gabinetto a ciel sereno, decise nel 1984 di plasmare la “Madonna della puzza“.

Che cosa rappresenta questa opera?

Proprio come si evince dal titolo, essa raffigura la Vergine con la testa rivolta in alto e gli occhi al cielo che con un gesto quasi disperato con le dita della mano si tappa le narici, mentre sul suo braccio cammina un topolino.

Questa opera in terracotta, posta in una nicchia della torre dei Marsili, è stata purtroppo vittima di alcuni atti vandali in cui venne perfino privata della mano con cui si tappava il naso. Fortunatamente però è stata restaurata.

Adesso però rimane da chiederci: è riuscito l’artista a raggiungere il suo intento, oppure quell’opera d’arte è destinata ancora a tapparsi il naso in attesa che tale via venga usata solo per transitare e non per bisogni fisiologici?